Dopo il successo ottenuto con la sboccacciata commedia Ted, in cui, quarantenne, si trovava faccia a faccia con il suo orsacchiotto preferito da bambino – magicamente animatosi e pieno di vizi come fumo, alcool e donne – Mark Wahlberg torna a interpretare uno dei ruoli che più gli sono congeniali: quello dell’eroe tradito, ma anche ambiguo, che immergendosi nel vizio combatte una lotta alla ricerca della verità e della riconquista della dignità. Il film in questione è il thriller Broken City, di cui è anche produttore, in uscita il 7 febbraio con Fox. La regia è di Allen Hughes, accanto a Wahlberg grossi nomi come Russell Crowe, nei panni – sporchi – di un sindaco corrotto, e Catherine Zeta – Jones in quelli di sua moglie.
“Mi piace variare e fare più cose possibile – dice l’attore – il ruolo in Ted era qualcosa di totalmente nuovo e un po’ mi spaventava. Qui torno a fare qualcosa in cui mi sento totalmente a mio agio. Sono cresciuto con questo genere di film, erano quelli che guardavo con mio padre, Chinatown, Serpico… Oggi non se ne fanno poi molti, di noir così”.
La settimana scorsa, parlando con Schwarzenegger, abbiamo scherzosamente sentenziato che né lui né gli altri grandi attori d’azione degli anni ’80, come Stallone, hanno avuto veri eredi. Non potrebbe essere uno come lei a raccogliere lo scettro?
“Oddio, beh, grazie… penso. Onestamente non so se questo sia un complimento o meno. Sicuramente non mi getterò nella carriera politica per poi tornare a fare film…”
Qui lei interpreta un personaggio moralmente ambiguo. A quando un ruolo da autentico villain?
“Veramente ho cominciato proprio come cattivo, in Fear. Anzi temevo di restare incastrato in quel genere di parte. Poi per fortuna è arrivato Boogie Nights, dove interpretavo un personaggio ingenuo, innocente e vulnerabile. Ma in realtà il ruolo per cui mi sono avvicinato a Broken City era quello del sindaco, che poi è andato a Russell”.
La sceneggiatura spaventava le major, infatti è stata per molto tempo nella lista nera dei ‘non realizzati’. Quante ‘broken city’ esistono davvero, negli Usa?
“Fermo restando che gli action-movies sono fatti soprattutto per intrattenere, tutte le città in verità hanno problemi di corruzione, specialmente nelle zone centrali. Posso citare Stockton, in California, che è davvero problematica e non perché sia corrotto il sindaco, intendiamoci. Ci ho parlato per preparare il film e mi ha spiegato i problemi che si trova a dover affrontare, così come ho parlato con il sindaco di Chicago. Come produttore, avevo subito intuito che gli Studios non avrebbero voluto impiegare denaro nel progetto, che li spaventava. Dopo il successo di Fighter in realtà avrei potuto forzare la mano e convincerli, ma ho scelto un’altra strada: girare il film in maniera totalmente indipendente usando gli Studios solo per la distribuzione. Volevo la massima libertà creativa possibile, non volevo che qualcuno rimaneggiasse il finale per lasciare le strade aperte a un sequel o roba così. Volevo restare fedele allo script che secondo me era scritto veramente bene. Abbiamo lavorato quasi gratis, ma ad attirare i grandi attori che sono coinvolti è stata proprio l’elevatissima qualità della sceneggiatura. Volevamo stare tranquilli. In questo senso, mi ha aiutato molto aver prodotto per la tv, dove hai meno tempo e meno soldi”.
Ma in tv, prima o poi, la vedremo anche come interprete?
“A dire la verità, non ci ho mai pensato. Come attore la ripetitività mi annoia e i serial sono ripetitivi per forza di cose. Potrei fare al massimo una stagione. E poi il ruolo migliore in tv l’ha già preso Steve Buscemi, per Boardwalk Empire. Comunque, mai dire mai, col progetto giusto, al momento giusto…”
Però al cinema ha interpretato ruoli molto simili tra loro. Molti eroi per caso, riluttanti e disincantati…
“Ma faccio anche cose molto diverse. Prendiamo i miei prossimi film in uscita: n Pain & Gain di Michael Bay interpreto un culturista pazzo, anche in 2 guns con Denzel Washington sono molto sopra le righe. Lone Survivor è la vera storia di Marcus Latrelle, un Navy Seal unico sopravvissuto a un’imboscata in Afghanistan. Insomma, diversifico. Cerco soprattutto i personaggi in cui mi possa identificare e per cui possa fare il tifo”.
Cos’altro ha in cantiere per il futuro? Le butto là due titoli, Ted 2 e Transformers 4…
“Ted 2 arriverà. Tra l’altro, sarà la prima volta che giro un sequel. Ne ho già parlato con Seth McFarlane e poi io e l’orsacchiotto ci reincontreremo sul palco durante la serata di premiazione degli Oscar. Quando c’è Ted in giro, nessuno è al riparo da insulti, attacchi e parolacce, per cui aspettatevi di tutto. In Transformers 4 prenderò il posto di Shia LaBeouf come protagonista. Mi sono divertito molto con Michael Bay per Pain & Gain, che però è un piccolo film, costato 25 milioni di dollari, e alla fine lui mi ha detto: ti va di farne insieme un altro, molto più grosso? Ne sono entusiasta e lo sono anche i miei figli. Anzi, è la prima volta che sono entusiasti del fatto che debba andare via di casa per girare un film. Vorrebbero partecipare anche loro. Tra l’altro iniziamo le riprese a brevissimo, in aprile”.
C’è un prezzo da pagare per la celebrità?
“Il più grande sacrificio è stare lontano dalla mia famiglia per lunghi periodi. Per il resto, non ho noie. Mia moglie non è nello show-biz per cui i paparazzi non mi danno fastidio, non faccio notizia. Certo, se mettessi incinta la mia domestica, magari le cose cambierebbero…”
Come produttore, è spaventato dal dilagare della pirateria?
“E’ un grosso problema. Prima di iniziare a fare film, anch’io compravo film a 10 dollari per strada, ma oggi ovviamente non lo faccio più. Gli Studios piangono miseria perché ci hanno perso molti soldi, il mercato dell’home-video ha subito un grosso colpo. Probabilmente il futuro sarà la distribuzione online, che permetterà di spendere molto meno. Distribuire un dvd costa 4 dollari, mettere un film online 4 centesimi. Ma il problema è molto sentito. Avevo chiesto alla produzione un dvd di Ted per farlo vedere a mia madre, ma mi hanno fatto un sacco di storie. Temevano che potesse fregarselo e mettere il film online, o chissà cos’altro…”
Torniamo agli Oscar. Chi vince secondo lei?
“Secondo me Argo. Affleck non è stato candidato come miglior regista e questo secondo me è un peccato e una vergogna, ma in compenso gli sta procurando parecchie simpatie, per cui probabilmente, il suo sarà il miglior film, ed è giusto, perché se lo merita”.
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