“E’ una doppia lusinga, questo omaggio a L’Armata Brancaleone. Perché non mi sarei mai aspettato che Positif lo scegliesse e perché non avrei immaginato di rivederlo qui a Locarno, in un festival così fresco e giovane”.
Mario Monicelli – e i cinquant’anni di “Positif”, eterna rivale dei “Cahiers” – hanno portato L’Armata Brancaleone, nella copia restaurata e sottotitolata da Cinecittà, in Piazza Grande con la benedizione dell’illustre critico Michel Ciment. Una serata che Irene Bignardi avrebbe voluto tutta nel segno della commedia italiana – di ieri e di oggi – con My name is Tanino, poi bloccato dalle vicende Cecchi Gori (ma andrà a Venezia, si spera).
Mentre Monicelli è a Locarno anche come attore, nel documentario di Marco Cucurnia L’artigiano di Viareggio in onda domani sera su Raiuno alle 23,40. Ma lasciamolo raccontare in prima persona.
Stroncature e rivalutazioni “Positif” e i francesi sono stati i primi a capire che la commedia all’italiana non serviva solo a raccontare barzellette in dialetto. In Italia, invece, qualcuno disse addirittura che L’Armata Brancaleone era una vergogna. Allora si voleva soprattutto far penetrare la lingua italiana dappertutto, adesso accade il contrario e si rivalutano i dialetti.
Non si capisce niente Il produttore dell’Armata, che era Cecchi Gori, il padre però, ritardò il film di un anno proprio per il linguaggio. “Non si capisce niente”, diceva. In effetti nell’Armata c’è di tutto: dialetti, lingua aulica, lingua moderna, grammelot, che penso di avere inventato io. E’ la fortuna del film, piü delle immagini.
I barbari siamo noi Nelle scuole l’Alto Medioevo è trattato sempre in maniera leziosa: è tutto un fiorire di donzelle, cavalieri e tornei. Io ho mostrato un Medioevo barbarico, perché la vera civiltà allora stava nell’Islam.
Dario Fo Bizantino Chiesi a Dario Fo di fare il Bizantino, ma disse no. Cecchi Gori allora mi impose Gian Maria Volonté, che a me non piaceva affatto. Era un attore strepitoso ma non ce lo vedevo: volevo uno emaciato, ai limiti della sopravvivenza, lui era pieno di muscoli.
Gassman, la lotta greco romana Volonté, durante le riprese, divenne l’avversario di Gassman. Erano entrambi atletici e ciascuno si vantava della sua forza. Si sfidavano spesso a braccio di ferro. Una volta fecero addirittura la lotta greco romana in un ristorante. La gente era esterrefatta. Vinse Gassman. Volonté non volle piü fare film comici.
Neologismi politici L’espressione “un’armata Brancaleone” è entrata nel linguaggio politico per dire un tentativo di rappresentare qualcosa o qualcuno che si dimostra ridicolo e fa una fine ingloriosa. Negli anni ’80, ai tempi del Psi, era molto usata.
Un gruppo di falliti Pare sia una delle costanti dei miei film: un gruppo di persone che si mette insieme per un’impresa impossibile. E’ perché mi piacciono le commedie senza lieto fine.
Remake I soliti ignoti è stato molto rifatto, L’Armata Brancaleone no. Ma ha dato vita a tutto un ciclo di commedie medievali di bassa lega, un po’ scollacciate e improbabili. I seguiti sono sempre meglio, perché uno si rende conto dei difetti. Però arrivano secondi e, si sa, chi arriva primo vince.
Nuova satira Diventa sempre piü difficile scrivere una satira perché la realtà contemporanea è di giorno in giorno piü farsesca. Se parli dei politici di oggi, nel giro di un anno, quando il film sarà pronto, rischi di essere scavalcato. Con Suso Cecchi D’Amico stiamo scrivendo un film sui neri che lavorano in Italia: di loro nessuno sa niente. Ma neanche noi due.
Palestina: terra promessa? Sono stato in Palestina, a Ramallah e Jenin, per girare un film collettivo, con Scola e Maselli tra gli altri. La Palestina, a parte la guerra, la trovo tutto meno che affascinante. Mi dicevo: ora vedrö questa Terra promessa…. Ma che gli ha promesso? a me sembra piuttosto squallida.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk