Mario Balsamo: ho fatto pace con mia madre, ora è nei titoli di testa

Nell’ironico e un po’ surreale Mia madre fa l’attrice di Mario Balsamo, in concorso al TFF, protagonisti sono l’autore, figlio unico e la vitale mamma 85enne, interprete da giovane di film minori


TORINO. Si respira a tratti l’atmosfera di Pranzo di Ferragosto nell’ironico e un po’ surreale Mia madre fa l’attrice di Mario Balsamo, in concorso a Torino 33 e in sala il 25 agosto con la BIM. Anche qui un figlio adulto, più che 50enne, con grande pazienza e un tocco di masochismo s’intrattiene con la madre che un po’ lo tiranneggia e lo blocca e un po’ lo coccola e lo asseconda. Protagonisti assoluti del film, nel quale finzione e vita reale si mescolano, sono l’autore, figlio unico, e Silvana Stefanini che ha ispirato il film. Una vitalissima signora 85enne, che da giovane ha interpretato ruoli minori in film poco rilevanti. Tranne quel melodrammatico La barriera della legge (1954), con attori allora popolari, Rossano Brazzi e Lea Padovani, che l’ex attrice ha rifiutato per tanto tempo di vedere dopo che, a detta sua, uno dei produttori, un armatore genovese da lei respinto, ha tagliato in montaggio alcune scene. Una cosa è però vera: il suo nome non figura nei titoli di testa, ma si può sempre rimediare. E grazie al figlio regista.

Per parlare di questo suo rapporto stretto con la madre anziana, in bilico tra conflitto permanente e devozione filiale, Balsamo sceglie di nuovo il road movie autobiografico, sempre a bordo di un’auto d’epoca, formula già adottata nel precedente Noi non siamo come James Bond, premiato nel 2012 dal Torino Film Festival. Un viaggio, che è anche interiore, accanto alla madre per sciogliere alcuni nodi irrisolti del loro rapporto che alla fine risulteranno meno complicati di quel che sembravano.
“C’è ora un’accettazione maggiore della sua persona insieme alla consapevolezza che siamo molto simili. Certo mi sembra che a volte le faccio da spalla e mi sono sentito imbambolato come accadeva da piccolo”, afferma l’autore. Ma nel momento del distacco e del ritorno di ognuno nel proprio rifugio domestico, ancora una volta la complicità e l’autoironia prevarranno, rafforzando quell’affetto che li tiene legati da sempre. Nonostante incomprensioni e a volte l’assenza di dialogo.

Tra spezzoni di un filmino dei genitori girato vent’anni fa, un compleanno festeggiato in due, una cena insieme agli amici del figlio, la visita ai cari al cimitero, il ritorno a Città della Pieve, l’omaggio allo storico locale La capannina, c’è anche un divertente provino fatto dalla madre con Carlo Verdone. “Carlo è una persona splendida, un vero amico che, oltre a suggermi due necessari tagli, ha scritto appositamente la scena in cui mia madre recita un dialogo con lui di un film inventato”, dice il regista.
Il film nasce da un progetto pensato nel 1996 quando grazie al network americano di Rossano Brazzi, Balsamo si ritrovò tra le mani la copia in VHS de  La barriera della legge, l’ultimo film interpretato dalla madre ormai introvabile, che voleva regalarle. “Il progetto è rimasto allora nel cassetto, ha sedimentato tanti anni per riemergere con l’affermarsi di questa mia vena autobiografica. Ho pensato che questo rapporto tra madre e figlio, apparentemente del tutto personale, alla fine potesse avere anche una valore universale. Solo che all’inizio volevo realizzare un film di finzione ispirato alla vita di mamma, ma solo dopo tante sedute di sceneggiatura ho capito che il film dovevo realizzarlo solo con lei”.

31 giorni di riprese non di seguito, 80 ore di girato, oltre 5 mesi al montaggio, a partire da un canovaccio, senza dialoghi confezionati, che è andato sviluppandosi durante le riprese perché la protagonista, per evitare l’ansia del set, preferiva non conoscere le scene da girare. E il risultato è un film vitale e spontaneo, con alcune performance di Silvana, senza autocensure, convinta che la macchina da presa sia spenta.
“Anche quella cena tra amici, con la quale volevo sottolineare il tipo di rapporto, non ha una preparazione precedente né nulla di scritto. Le persone hanno solo reagito ai ricordi”. Perché di nuovo un film autobiografico? “Non sono riuscito a scindere il cinema dalla realtà che vivo, voglio gestire tutto quello che mi porto dentro narrandolo e dandogli una risonanza. Chissà mai che non ci sia un terzo capitolo dove in scena ci sono solo io”.
Il film sarà distribuito congiuntamente da Cineama e Bim tra marzo e aprile e poi dopo una finestra di 5/6 mesi si vedrà su un canale Rai.

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21 Novembre 2015

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