Ultima settimana di riprese per Quasi Quasi, commedia leggera diretta da Gianluca Fumagalli e prodotta da Laura Cafiero.
Tema: l’amore e tutte le menzogne che spesso vi costruiamo attorno. Un argomento, secondo la produttrice di Due come noi non dei migliori, nel quale il pubblico può facilmente riconoscersi. Intelligente allora la scelta di una brava e altrettanto famosa attrice come Marina Massironi, (indimenticabile quando interpreta alla televisione Natolia la bulgara in Mai dire Mundial o nella coppia Snack e Gnola con Corrado Guzzanti nell’Ottavo Nano). La incontriamo in conferenza stampa a Roma, malata di faringite, ma entusiasta del suo primo vero ruolo da protagonista e sempre pronta a fare dello humour garbato.
Chi è Paola, il tuo personaggio e perché ti sei convinta a recitarlo?
Di solito mi bastano 3 motivi per lavorare su un set. Questa volta ne ho addirittura 4. In primo luogo Paola è un personaggio a tutto tondo, e non un semplice carattere. E’ una donna che vive avendo costruito un equilibrio fittizio. L’ex marito la lascia per andare con un uomo, e lei per la vergogna di dire che il marito è bisessuale fa finta di essere vedova. 3 anni dopo però il marito muore veramente e qualcuno nel giardino ben costruito della sua esistenza fa irruzione.
Questa sinossi ricorda molto da vicino Le fate ignoranti di Ferzan Ozpetek.
Non voglio star qui a misurare le differenze, ma siamo agli antipodi rispetto a quel film.Quasi Quasi è un controcampo delle Fate ignoranti. Paola parte da una situazione di conoscenza perché sa della bisessualità del marito. In più i tempi del racconto sono diversi: sono passati 3 anni dalla separazione, per cui vi è una leggerezza che è lontana dal vivere il dolore. Ed è proprio la leggerezza il secondo elemento che mi ha spinto a interpretare questa commedia.
Gli altri due motivi?
Il regista. Gianluca Fumagalli è un autore nel vero senso della parola. Va sempre alla ricerca dell’emozione vera. E’ molto importante per me. Gianluca se vede che una scena non funziona è disposto a rimettere tutto in discussione. Le soluzioni vengono poi elaborate dalla “tavola rotonda”, cioè tutti noi. Questo modo di lavorare è molto stimolante e pressoché raro.
In ultimo noi attori abbiamo avuto la possibilità di lavorare sui personaggi molto tempo prima dell’inizio delle riprese. Abbiamo fatto due mesi di laboratorio, come si fa per il teatro, lavorando in due tempi. Prima abbiamo fatto delle vere e proprie prove teatrali videoregistrate, poi siamo passati sul set, nel mio caso la casa di Paola situata ai piedi del Gianicolo, e abbiamo continuato a recitare lì. Anche questo mi è sembrato un motivo più che sufficiente per lavorare con un regista come Fumagalli. Tutto il lavoro sulla recitazione tra l’altro è stato supportato da un coach, Stefania De Santis, che ci aiuta a studiare le battute. Dopo quest’esperienza non potrò più andare in giro senza coach.
In pochi anni hai finito il tuo percorso di anonimato diventando una delle attrici comiche più conosciute. Questo cambia molto le cose?
Cambia la quantità delle proposte. Ti cercano, non sei più tu a cercare, ma la voglia di comunicare attraverso la recitazione rimane la stessa. Certo, quando ci sono più offerte di lavoro ti senti anche più corruttibile, dire di no può essere difficile. Ma anche questo fa parte del percorso della notorietà, e si impara.
Altri progetti? Aldo Giovanni e Giacomo ti hanno chiamato per il loro prossimo film?
Ancora no, e non so se lo faranno. So che tutto è ancora in fase di ideazione. Può darsi che i tre decidano di fare un film ambientato in un carcere maschile, allora io di certo non ci sarò.
Ho in mente un progetto teatrale per il 2002, ma per adesso ho fermato tutto.
Con MaXXXine, in sala con Lucky Red, Ti West conclude la trilogia iniziata con X: A Sexy Horror Story e proseguita con Pearl, confermandosi una delle voci più originali del cinema di genere dell’era Covid e post-Covid
Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps - La serie ripercorre in 4 episodi una delle più incredibili storie di cronaca italiane: il 13 e 14 novembre su Sky TG24, Sky Crime e Sky Documentaries.
Codice Carla mostra come Carla Fracci (1936-2021) fosse molto più di una ballerina famosa.
Il disegnatore, illustratore e docente presso la Scuola Romana dei Fumetti ci racconta come ha lavorato sugli storyboard dell'ultimo successo di Gabriele Mainetti