Bertrand Tavernier l’ha definita un regalo del Belgio alla Francia. Un altro regista, Philippe Muyl, ha detto che averla sul set è per qualunque cineasta una vera benedizione. La pensa così anche la Lancome che scegliendola come testimonial ha fatto affari d’oro. Forse a incantare tutti è l’aria acqua e sapone di Marie Gillain, attrice che esordì al cinema appena adolescente facendo impazzire Gerard Depardieu in Mio padre che eroe. Ora, a trentatrè anni, la belga Gillain ha ancora l’aspetto di una ragazzina e un viso dolce perfetto per interpretare una giovane madre sola in Magique! una commedia musicale, interpretata al fianco del cantante Cali, presentata oggi ad Alice nella città, che la stessa interprete ha definito “un film nello stile di Tim Burton solo più umano e puro”. In Magique! la Gillain è Betty, una donna triste e silenziosa che vive in una fattoria isolata insieme al figlio Tommy di 10 anni. Il bambino non ha mai conosciuto il padre ma gli piace fantasticare su di lui e immaginarselo come un astronauta. Un giorno un circo itinerante arriva nel paese vicino alla fattoria, dove è previsto sia allestito il tendone. Alla carovana mancano però alcuni permessi e gli artisti vengono invitati ad andarsene. Convinto che l’atmosfera gioiosa del circo possa far passare la malinconia di sua madre, Tommy fa accampare gli artisti nella sua proprietà. “La parte di Betty mi è sembrata perfetta per me – ha detto la Gillain a CinecittàNews – a lei il circo ha fatto tornare la voglia di ridere, a me ha messo il desiderio di stare sotto ai riflettori”.
Ha detto di sì al regista Philippe Muyl solo perché c’erano i circensi?
No. All’inizio non sapevo niente di loro. Erano anni che volevo fare un film musicale. Così quando ha trovato una storia adatta, Philippe mi si è avvicinato ad un’anteprima spiegandomi a che progetto stava lavorando.
La musica ha un’importanza particolare nella sua vita?
Non proprio è solo che per me fare l’attore è essere un’artista a 360°, quindi cantare è parte del mio mestiere, credo che amplifichi le emozioni. Quando uno è felice urla o canta: sono cose che si fanno istintivamente quando gli stati d’animo non possono essere trattenuti.
Le piacciono i musical? Si è ispirata a qualche personaggio in particolare?
Adoro West Side Story e New York New York. Ma per Betty non mi sono rifatta a nessun film. Philippe ha scritto di suo pugno le canzoni di Magique! E’ stato un modo per trasmettere le sue sensazioni. Era una cosa troppo personale per mischiarla con altre storie.
Dopo tante madri incapaci di educare, aiutare e tenere testa ai propri figli, lei ha portato ad Alice 2008 una mamma vera. Cosa pensa di Betty?
E’ un ruolo pieno di sfumature. Mi piace perché, come me, pensa che essere un buon genitore significa essere anche autoritaria e severa. E’ una donna molto forte che deve anche fare da padre al proprio figlio. L’unica cosa che le si può rimproverare è la mancanza di coraggio nei confronti di Tommy. Per paura di ferirlo non riesce a dirgli che suo papà era lungi dall’essere un astronauta.
Vedere il circo al cinema per un cinefilo vuol dire pensare subito alle pellicole di Fellini. Che significato ha per lei la carovana degli artisti itineranti?
Mi ricorda momenti felici della mia infanzia. Ho sempre amato questi spettacoli e vedere gli acrobati in azione mi dava un’emozione indescrivibile. Da piccola avvertii il brivido provato da chi è sotto i riflettori, e capii che quella era la sensazione che volevo provare anche io nella mia vita. E’ da allora che sono alla continua ricerca di quel brivido: quello che mi scorre lungo la schiena quando sono davanti alla macchina da presa.
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