“La distribuzione è una mafia, comunque. Non è una questione di Sud o Nord. Per essere indipendenti si paga un prezzo altissimo”. Lo sfogo arriva da Maria Grazia Cucinotta, da tanti anni produttrice, che oggi a Roma presenta un film di cui è interprete assieme a Enrico Lo Verso, Nomi e cognomi, opera prima di Sebastiano Rizzo (conosciuto per ora come attore di fiction) che tratta appunto il rapporto tra giornalismo e criminalità organizzata riuscendo ad omaggiare in maniera decorosa i tanti cronisti che hanno perso la vita in nome della verità e della giustizia (da Pippo Fava a Peppino Impastato a Giancarlo Siani). Nel cast ci sono anche Dino Abbrescia e Ninni Bruschetta. La pellicola è prodotta e distribuita da Draka, prima realtà dell’industria audiovisiva completamente autonoma in Puglia, e uscirà il 14 maggio in cinquanta copie, nei maggiori capozona con il supporto del circuito UCI.Il regista aveva già vinto un premio a Taormina con un corto proprio su Pippo Fava, e inizialmente l’intenzione era di realizzare un film proprio sulla sua vita: “Ma poi – dice Rizzo che nel film si ritaglia anche un piccolo ruolo, quello del killer – ho pensato che sarebbe stato più interessante universalizzare la sua vicenda, per far comprendere che di storie come questa ce ne sono centinaia. Le dinamiche sono diverse ma il finale purtroppo è sempre quello. Come sempre è stata un’avventura: abbiamo iniziato con sei settimane di riprese e un budget decente, sebbene low, e poi pian piano i tempi e le risorse si accorciavano. Ma la voglia di farlo ha vinto su tutto, recuperavamo tempo strappando Maria Grazia al camerino e facendola truccare sul set o cambiando i pantaloni a Lo Verso mentre girava un primo piano”.
“E’ stato stimolante – dice Lo Verso – sforzarsi di non cadere in facili caratterizzazioni e stereotipi, ma la sceneggiatura ci ha aiutati. Non ho avuto purtroppo bisogno di documentarmi: sono siracusano e queste storie le conosco fin troppo bene. Leggo tutti i giorni i quotidiani e seguo due tre giornalisti che sono nell’occhio del mirino e di cui ovviamente non sto qui a fare i nomi. Sono stato malissimo quando ho saputo dell’assassinio di Anna Politkovskaja di cui avevo letto tutti i libri. Ho seguito l’evoluzione del messaggio mafioso. Tutti possiamo scegliere di tenere la testa sotto la sabbia ma una volta un mio amico mi disse ‘se vuoi fare l’attore devi conoscere il mondo che ti circonda’. E poi a Pippo Fava sono legato perché una delle mie prime rappresentazioni teatrali era proprio la lettura di un suo pezzo. Di questi personaggi bisogna parlarne il più possibile. Devono dare più fastidio da morti che da vivi”.
C’è anche un ruolo per Mingo De Pasquale, conosciuto con il socio Fabio per i suoi interventi a Striscia la Notizia: “E’ stata una sorpresa – dice Rizzo – si è presentato come una figura positiva e nel ruolo del poliziotto con un occhio sano e pulito era perfetto”. Si chiude con i progetti futuri degli attori protagonisti. “Sto lavorando con la Cina – dice Cucinotta – ho in ballo altri tre film mentre questo resta per ora l’unico italiano in programma”. Enrico Lo Verso invece ha in cantiere “una produzione Rai, Provaci ancora Prof., e una di cui non posso parlare perché sto aspettando una risposta, ma sembra che il personaggio sia proprio scritto su di me. Poi il film di Martinelli su Ustica, The missing paper, e uno spettacolo non ideato da me ma a cui tengo molto, ispirato alla musica di Ennio Morricone. E un altro film sulla legalità, sempre per la regia di Sebastiano, che si chiamerà Gramigna e racconterà la vera storia di un piccolo imprenditore di Civitavecchia, figlio di un boss mafioso, che si distacca dal suo retaggio”.
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