Maria Grazia Cucinotta è tornata a fare la pendolare tra Roma e Los Angeles. Dopo due anni trascorsi in Italia l’attrice siciliana ribussa alle porte di Hollywood.
Per ora però tiene la bocca cucita sui progetti in vista e incrocia le dita per Miracolo a Palermo. Il film di Beppe Cino uscirà venerdì in 12 sale italiane con Istituto Luce e in Francia tra qualche settimana con Grand Film Classic. Prodotto dalla Sorpasso di Marco Risi e Maurizio Tedeschi, passato in concorso a Taormina 2004, premiato ad Annecy e venduto in 12 paesi, la pellicola è, secondo il regista “una favola moderna con figure old fashioned e un tocco di parodia”.
Cucinotta, unica messinese in un cast quasi interamente palermitano, interpreta Sara, vedova con due figli a carico che in ciabatte e vestaglia strofina scale borghesi per tirare avanti.
Cino rivela che insieme gireranno un altro film: “sarà tratto da Argo il cieco, romanzo di Gesualdo Bufalino ambientato nella Sicilia del 1951. Strizzerà l’occhio a Sedotta e abbandonata di Pietro Germi”.
Riconosce la Sicilia fuori tempo di “Miracolo a Palermo”?
Il quartiere degradato del film somiglia a quello in cui sono cresciuta a Messina. Era un contesto difficile, i genitori di alcuni miei compagni sono stati uccisi, diversi ragazzi spacciavano. Io sono una privilegiata, la mia famiglia mi ha sempre sostenuta. Ho cominciato a viaggiare, conoscere ambienti diversi e ho capito che c’erano alternative a quella vita. Di solito non faccio film sulla mafia, in questo caso ho accettato perché, alla fine, il film offre un messaggio positivo.
Non fa film sulla mafia, però è apparsa in The Sopranos.
L’ho fatto per divertirmi. The Sopranos è una presa in giro, un bluff. Miracolo a Palermo è un film piccolo ma ricco di emozioni. E’ quello che i 25 milioni di italiani che vivono all’estero vorrebbero vedere.
Sara somiglia alle donne siciliane che ha conosciuto?
Si. Io le chiamo le regine. Sono quelle costrette a faticare tutto il giorno ma belle, piene di dignità, con lo sguardo dritto davanti a sé. Sara vuole rompere la catena della vendetta. Vuole solo sapere da chi stare lontana e sopravvivere.
Negli ultimi anni ha dosato con cura le apparizioni sul grande schermo.
Ho fatto 35 film di cui almeno 10 sarebbero da cancellare. Prima mi lasciavo coinvolgere anche da chi puntava più al mio nome che alle doti d’attrice. Ora sono più selettiva, scelgo film che mettono in scena l’Italia con spirito internazionale.
Può anticipare qualche nuovo progetto?
C’è qualcosa in vista in America, tornerò a lavorare con Beppe Cino e inseguo l’idea di trasformare in film il libro di Giuseppe Costa L’imbroglio nel lenzuolo.
Poi c’è All the invisibile children, film di cui è anche produttrice.
E’ un film a episodi sull’infanzia difficile in cui sono coinvolti Emir Kusturica, Ridley Scott, Spike Lee e molti altri registi. Ma saranno loro a parlane. Posso solo dire che ho finito di girare l’episodio diretto da Stefano Venerusio.
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