Rilancia battute come in un match di tennis con Maurizio Di Rienzo, conduttore dell’affollato incontro al Festival Maremetraggio, che quest’anno ha dedicato proprio a lei la retrospettiva con sedici film, da La stazione a Saturno contro. Margherita Buy in versione brillante non solo in scena (due film con Verdone ne sono la prova provata) ma anche da vicino. Sempre timida, ma capace di scherzare con la sua vulnerabilità, con la paura di prendere l’aereo o l’antipatia per la tv (“ho appena fatto la maestra di Pinocchio in una fiction e so che Collodi si rivolterà nella tomba”). Autoironica e anche felice di avere dei fan. Uno di loro azzarda: “Si tolga gli occhiali e ci faccia vedere i suoi splendidi occhi”. E lei, ritrosa: “Ieri sera mi sono ubriacata, è meglio di no”. Poi, finito il bagno di folla, confessa: “Sono sempre stata una matta, ma adesso non mi vergogno più di mostrarlo in pubblico”.
Con “Il Caimano” l’abbiamo vista in versione trash e quest’anno, con “Giorni e nuvole” ha conquistato tutti i premi, dal David al Ciak d’oro.
Ho vinto anche al Festival di Mosca: ormai Albanese mi odia e Soldini mi ha tolto il saluto perché premiano sempre me. Chissà, forse sono gli ultimi fuochi, devo andare all’Enpals a farmi fare i conti per la pensione… A fine carriera non mi resta che girare un film porno in stile Mocassini assassini… Invece no, i ruoli di adesso sono più belli di prima, e se mi levano il mio lavoro giuro che mi uccido.
L’abbiamo vista anche a teatro, in “Due partite” di Cristina Comencini, che sta per diventare un film.
Il teatro una volta mi faceva paura, ora molto meno. In Due partite, che al cinema sarà diretto da Enzo Monteleone, sono una pianista che, negli anni ’60, rinuncia alla sua carriera per dedicarsi alla famiglia e al marito, anche lui musicista. Mia figlia diventerà una grande concertista, ma insoddisfatta della sua vita sentimentale e sposata a un uomo zerbino. E’ una bella storia sulle frustrazioni, i sogni e i desideri delle donne. Con me sul set ci sono Marina Massironi, Isabella Ferrari e Paola Cortellesi nel ruolo delle “madri”, mentre le “figlie” sono Valeria Milillo, Alba Rohrwacher, Carolina Crescentini e Claudia Pandolfi. Sarà anche un confronto tra due generazioni d’attrici.
Sta per girare anche una commedia diretta da Nina Di Maio, “Matrimoni e altri disastri”.
Sì, è un film che ha una scrittura molto sottile, divertente. Io sono una donna che non si è voluta sposare, anzi addirittura contraria al matrimonio e molto autonoma, che si trova a dover organizzare le nozze della sorella insieme al futuro cognato, Fabio Volo, un uomo che detesta, che considera arrivista e superficiale, ma che in realtà ha un animo dolce. E’ ambientato a Firenze e nel cast c’è anche Luciana Littizzetto.
Il cinema italiano sta vivendo un momento molto importante, con film come “Il divo” e “Gomorra” che vincono a Cannes e riportano gli spettatori in sala. Come spiega questa svolta?
Ci sono registi seri e motivati che riescono a parlare di noi, a esprimere il disagio politico e sociale che viviamo. E ci sono produttori che vanno in questa stessa direzione. Ma tutto questo nasce dalla grave crisi del paese, la gente non vuole più solo evadere, vuole specchiarsi e vedere cosa siamo diventati, per capire e anche per sfogarsi.
Lei sembra scegliere un cinema più intimista, anche se ancorato nel sociale.
Io credo che il cinema italiano sia bello perché contiene di tutto. C’è l’intrattenimento, l’impegno politico, il racconto sociale. Giorni e nuvole è un film politico, in un certo senso, perché descrive cose che non funzionano nel nostro paese e che ci riguardano.
Sarebbe d’accordo a boicottare Venezia e Roma se non saranno reintrodotte le misure a favore del nostro cinema?
Sarei d’accordo, certo, anche se ho paura che alla fine non ci sia l’unione di tutti. Siamo italiani, mica siamo come gli americani che hanno lasciato Hollywood senza sceneggiature per mesi e mesi.
Cosa le piacerebbe fare in futuro?
Un personaggio veramente molto cattivo, di una cattiveria lucida e totale. E poi vorrei lavorare con Pedro Almodovar. E con Toni Servillo, ci siamo già sfiorati in un altro progetto e adesso gliel’ho promesso, quando l’ho incontrato al Teatro Greco per i Nastri d’argento.
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