Margherita Buy


In Manuale d’amore, la commedia di Giovanni Veronesi in lavorazione in questi giorni è tornata a duettare brillantemente con il sodale di sempre Sergio Rubini; in I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza reciterà a fianco di Luca Zingaretti il ruolo drammatico di una donna lasciata e persa mentre in autunno apparirà su Canale 5 insieme a Sergio Castellitto nella parte della moglie un po’ svampita del celebre commissario Maigret, in due episodi di una nuova serie firmati da Renato De Maria.

Margherita Buy vive un momento professionale ricco di soddisfazioni dopo aver fatto incetta di premi grazie all’esemplare performance di Caterina va in città di Paolo Virzì, anche se ogni suo impegno è subordinato alle premure materne verso la sua Caterina, l’adorata figlia di quattro anni. Impossibile tesserne le lodi senza che scoppi a ridere: intelligente e spiritosa come è Margherita gioca amabilmente con la sua fama di nevrotica spaventata da tutto e tutti e smitizza qualsiasi complimento con incantevole autoironia.

Nella vita e sulla scena sembra nata per la commedia e se ne ha un’ulteriore prova assistendo in un ristorante messicano del quartiere romano Testaccio alle riprese di una scena di Manuale d’amore in cui finge di ubriacarsi accanto a Rubini.

 

Ancora una volta accanto a Sergio.

Ci è stata offerta la possibilità di divertirci in scena improvvisando ed infiocchettando e il regista Giovanni Veronesi, ricettivo e divertito, ha accettato suggerimenti e proposte anche in fase di scrittura, sapendo quanto bene io e lui ci conosciamo come attori e come persone. Manuale d’amore non è come potrebbe sembrare un film ad episodi, ma ambisce ad avere una struttura unitaria anche se racconta vicende di personaggi diversi. E’ come se una storia fosse il naturale proseguimento dell’altra, nell’intento di descrivere il percorso nel tempo di una coppia tipica che va dall’innamoramento all’abbandono.

 

Veniamo alla vostra storia di coppia.
Io e Sergio Rubini dopo vari anni siamo in crisi senza saperlo e andiamo avanti senza scontri ma quasi per inerzia: lui è un istruttore di scuola guida sull’orlo di un esaurimento nervoso ed io una moglie piccolo-borghese che per superare la crisi coniugale adotta tutte quelle pseudomisure legate ai corsi di autostima, danza sul fuoco, maternità a tutti i costi. Insomma tutte situazioni che in realtà accrescono l’ansia e la tensione, un disastro.

E le altre storie di coppie?

Si vedranno prima una coppia di giovanissimi innamorati apparentemente inscindibile formata da Silvio Muccino e Jasmine Trinca, poi la nostra vinta dall’abitudine dalla noia, poi una scatenata Luciana Littizzetto che interpreta la parte dedicata al tradimento ed infine un nevroticissimo Carlo Verdone protagonista accanto ad Anita Caprioli della fase dell’abbandono.

 

Tutt’altra atmosfera ne I giorni dell’abbandono, dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, che Roberto Faenza girerà a Torino in autunno.

Interpreterò un ruolo complesso e difficile, quello di Olga, una casalinga-scrittrice di trentotto anni che ha trascurato il lavoro per seguire a Torino il marito ingegnere, Mario (Luca Zingaretti), finendo con l’occuparsi in questa città nuova soltanto di lui, dei due bambini e di un cane fino a quando un trauma cambia la sua vita: Mario s’innamora di una donna più giovane e la lascia gettandola nella disperazione. Olga non riuscirà più ad affrontare da sola la grigia quotidianità e toccherà il fondo nella perdita di autostima e nel degrado di sè. Ma un estroso vicino di casa, interpretato da Goran Bregovic, le farà lentamente balenare l’idea che la vita potrebbe riprendere.

 

Nella miniserie sul commissario Maigret sarai invece la moglie del protagonista.

Abbiamo girato La trappola e Ombra cinese, due episodi da 100 minuti di una serie prodotta dalla Grundy per Mediaset che prevede ulteriori appuntamenti in futuro e che ho girato molto volentieri in una situazione di lavoro ideale grazie alla grande energia positiva portata sul set da Castellitto, De Maria e da tutta la troupe ed il cast. Non si tratta dei soliti gialli all’italiana ma di veri e propri film con una buona qualità di scrittura, una bella atmosfera noir ed interessanti notazioni psicologiche, in una Parigi degli anni ’50 completamente ricostruita a Praga nei mesi scorsi. La signora Maigret agirà soltanto nel contesto familiare e lontano dalle inchieste del marito. E’ un po’ svampita, s’intuisce che è una donna sola e non allegra. Si circonda dei bambini della vicina con il commissario che sopporta queste presenze facendo il finto burbero.

autore
17 Agosto 2004

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