Marco Simon Puccioni: ecco il mio film molto europeo

Ha partecipato alla Berlinale 2007 (nella sezione Panorama) con il suo secondo lungometraggio Riparo (Anis tra di noi), e  ora, a distanza di quasi un anno, Marco Simon Puccioni si prepara a confrontarsi con il pubblico, che potrà vedere il film in sala da venerdì 18 gennaio grazia alla distribuzione Movimento Film. Il suo melodramma politico-sociale, quasi interamente girato in Friuli Venezia Giulia e prodotto da Mario Mazzarotto per Intelfilm e dalla francese Adésif (in collaborazione con Rai Cinema e con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission), intreccia le vicende di tre personaggi: Anna (la portoghese Maria De Medeiros), trentacinquenne di famiglia benestante; Mara (la slovacca Antonia Liskova), operaia venticinquenne nella fabbrica di proprietà della madre di Anna, e il maghrebino Anis (Mounir Ouadi, al suo esordio sul grande schermo). Tra loro nascono, o si consolidano, delle relazioni sentimentali travagliate, che conducono verso un insolito ménage à trois costantemente minacciato dalle resistenze borghesi e dai pregiudizi, più o meno diffusi, verso gli stranieri e gli omosessuali. Riparo è stato riconosciuto di interesse culturale dal Ministero dei Beni Culturali ed è sostenuto dal Programma Media e da Eurimages. 

La partecipazione alla Berlinale con la sua opera seconda è stato un bel traguardo.
Avevamo calcolato i tempi, tra l’inizio delle riprese e la loro fine, e sapevamo che Berlino era il primo festival importante che avremmo trovato sulla nostra strada. Oltretutto Riparo è una pellicola che si adatta bene alle scelte del festival tedesco. Si tratta di un melodramma con connotazioni sociali; non vorrei fare paragoni troppo azzardati, ma mi piacerebbe che assomigliasse un po’ a un certo cinema di Fassbinder, dove c’è un gruppo umano ristretto alle prese con implicazioni sociali e politiche.

E’ passato quasi un anno dalla presentazione a Berlino all’uscita italiana.
I percorsi della distribuzione sono misteriosi. Anche il mio primo film, Quello che cerchi, ebbe il suo esordio, fortunato, in Germania, al festival di Mannheim. Purtroppo non fu altrettanto fortunato il suo destino nelle sale.

Quanto conta nel contesto della storia l’ambientazione friulana?
Il paesaggio ha un grande rilievo nell’intercalare le storie dei tre personaggi, che scorrono parallele. Proprio per il fatto di essere ambientato in Friuli Venezia Giulia, Riparo sembra un film europeo, perché quella regione ha connotazioni che l’avvicinano di più a una certa Europa – Belgio, Germania, Francia, con il suo alternarsi tra fabbriche e campagna – che non alla nostra Italia.

Il film ha una dimensione fortemente internazionale anche nel cast. I protagonisti sono una portoghese, una slovacca e un maghrebino.
Sì, Riparo è cosmopolita anche in questo senso. E’ stata nostra precisa intenzione scegliere attori di diverse provenienze, con lingue e accenti differenti, anche per quel che riguarda i ruoli minori. Per mostrare l’Europa di oggi, che mescola, integra e contamina.