“O si gira entro l’estate o non lo faccio più questo film su Giancarlo Siani, il giornalista del ‘Mattino’ ucciso dalla camorra nel 1985. E’ da 6 mesi che Rai Cinema non mi chiama, è come se la sceneggiatura, da tempo pronta e scritta insieme a Andrea Purgatori e Jim Carrington, fosse dimenticata in un cassetto. Eppure, prima di girare Tre mogli, la proposta mi arrivò proprio da Rai Cinema, che mi invitò a leggere ‘L’abusivo’, il libro di Antonio Franchini, di cui avevano acquistato i diritti. Credevo in un loro maggiore impegno, al di là della partecipazione o meno di un attore di richiamo”.
Il regista Marco Risi è polemico dopo lo stop di quasi un anno di Forte Apasc, dal nome di un quartiere napoletano, un film che annunciava come protagonista Stefano Accorsi. Ma l’attore ha dato all’ultimo minuto forfait: “Credo che Accorsi abbia avuto anche paura di fare il napoletano, lui bolognese avrebbe incontrato forse delle difficoltà nel trovare il giusto accento”. Così se Rai Cinema prima anticipava tutti i costi, ora si limita ad una partecipazione di diritto d’antenna e di coproduzione, pari a un milione e mezzo di euro. Mancano altri 3 milioni €. Nel frattempo il film attende di passare al vaglio delle commissioni per il fondo di garanzia, dove è stato presentato più di un anno fa.
Che fare allora?
Il fratello di Giancarlo Siani, Paolo, che ha letto la sceneggiatura, ha avuto la mia stessa intuizione: far partecipare alla produzione la città di Napoli, quasi si trattasse di un atto etico. Abbiamo incontrato alcuni imprenditori ‘illuminati’, che si sono dichiarati disponibili. Abbiamo stabilito quote di partecipazione a partire da 30mila €, e anch’io vi contribuirò. C’è inoltre l’impegno del Comune di Napoli, con l’assessore al turismo Nicola Oddati, della Regione Campania con la responsabile del turismo Teresa Armato e del governatore Antonio Bassolino. La Film Commission Campania ci aiuterà per le location e gli alberghi, mettendo forse anche a disposizione 500mila €.
Quanto si è ispirato al libro di Franchini?
Il libro, anche se mi è piaciuto, c’entra poco. E’ molto legato a siparietti familiari, quasi una commedia di De Filippo, dura, dove madre e nonna di Giancarlo si dicono cose agghiaccianti. Il film, che racconta gli ultimi 4 mesi di Siani, all’incirca dalla condanna a morte all’esecuzione, è altro. Rimangono due intermezzi familiari, ma la famiglia diventa quella di un amico di Giancarlo, in cui si parla sempre di morte. Nella sceneggiatura, anche quando diventa commedia aspra e violenta, si respira comunque un’aria di morte. Eppure il protagonista, soprattutto nella prima parte, è solare, pieno di entusiasmi, di voglia di divertirsi. Nella seconda parte, dopo un avvenimento molto forte, diventa più cosciente, come se attraversasse quella linea d’ombra conradiana.
Per l’assassinio del giornalista sono stati condannati alcuni camorristi, Forte Apasc pone interrogativi sul mandante politico?
L’altro giorno a Torre Annunziata ho incontrato il magistrato Armando D’Alterio che ha riaperto il caso e alcuni pentiti hanno aggiunto altri elementi, sempre però lasciando sullo sfondo il contesto politico. Il film dà un’idea di questo coté politico. Del resto non mi basta quanto scritto nella sentenza del tribunale e cioè che Siani sia stato ucciso perché in un articolo ha raccontato che il clan Nuvoletta non poteva non sapere dell’arresto, nel loro territorio, di Valentino Gionta, boss di Torre Annunziata, attribuendo così loro una complicità in questa cattura. Famosa è una lettera di Giancarlo all’ex fidanzata dove parla di un suo libro in preparazione sulla Tangentopoli della ricostruzione del dopo terremoto. Ma di questo libro, i cui fogli portava sempre con sé, non si è mai trovata traccia.
Girerà tra Napoli, Torre Annunziata e dintorni?
Sì, sono previste 10 settimane di riprese. Vorrei un’ambientazione da dopo terremoto. A cinque anni di distanza dal 1980 i segni erano ancora visibili: crepe, strutture in acciaio e muri che spezzano le strade per sostenere le case, container e famiglie che li abitano.
Il cast?
Per il protagonista devo ancora decidere. Vorrei Ernesto Mahieux per il capo redattore del ‘Mattino’ a Torre Annunziata, Toni e Beppe Servillo nei panni dei due fratelli camorristi. Chiederei poi la partecipazione di attori come Sergio Castellitto nel ruolo di Amato Lamberti, ora presidente della provincia di Napoli, Fabrizio Gifuni per il capitano Sensales, e poi Emilio Solfrizzi. L’allora sindaco di Torre Annunziata, indicato all’epoca come uno dei mandanti dell’assassinio dalla rivista satirica ‘Frigidaire’, potrebbe essere un attore comico di quella zona.
Alla fine che film vedremo?
Non un film raccolto e intimo, ma mosso, pieno di ambienti e conflitti: la famiglia, gli amori e gli amici di Giancarlo, i camorristi, la redazione del ‘Mattino’ di Napoli e di Torre Annunziata.
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