Seeyousound – International Music Film Festival, il festival italiano dedicato al cinema internazionale a tematica musicale, torna con la 4ª edizione che si terrà a Torino dal 26 gennaio al 4 febbraio.
Il festival prevede 4 sezioni competitive, 2 rassegne fuori concorso con panel e incontri e un omaggio dedicato a un regista che ha segnato la storia della musica e del cinema, Tony Palmer, ospite di Seeyousound con la maratona-evento che prevede la proiezione di 3 dei suoi film.
Una carriera, quella del regista britannico classe ’41, iniziata negli anni ‘60, che l’ha portato a firmare più di 100 opere, tra film di finzione e documentari, che gli sono valsi 45 premi da festival di tutto il mondo e 12 medaglie d’oro del New York Film Festival. Un regista che si è fatto conoscere soprattutto grazie ai suoi documentari, dedicati ad alcuni musicisti simbolo del panorama contemporaneo, come i Beatles, Frank Zappa, The Who, Pink Floyd, Cream, Jimi Hendrix, e icone classiche e liriche, come Maria Callas, John Osborne, Igor Stravinsky, Richard Wagner, Yehudi Menuhin, Carl Orff, Benjamin Britten e Ralph Vaughan Williams.
La maratona di film e l’incontro con Tony Palmer si terrà mercoledì 31 gennaio al Cinema Massimo di Torino, con la visione di Testimony (1987), un lungometraggio che vede Ben Kingsley nei panni di Dmitri Shostakovich, il più noto e perseguitato compositore dell’epoca di Stalin. Un ritratto della Russia sovietica attraverso lo sguardo del compositore, che Palmer ritiene il più sincero testimone del suo tempo, e del legame viscerale che univa la sua arte al contesto in cui viveva.
Il 2°film della serata sarà All My Loving (1968), scritto a quattro mani con John Lennon, una fotografia della scena rock‘n’roll e della politica dei tardi anni ‘60, un mix di interviste ai musicisti dell’epoca scandito da brani celebri, cui fanno da contraltare le vicende sociali scatenate dal movimento della controcultura giovanile.
Infine, il rockumentary Bird On A Wire (1973), che mostra il tour di Leonard Cohen del ’72, tra concerti, backstage e momenti privati al di fuori del palco, dimenticato per quasi 40 anni dopo che Cohen e il suo manager hanno rifiutato la versione finale del film, ritenuta troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo.
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