Compositore, scrittore e restauratore di opere cinematografiche, Manuel De Sica ha molti progetti in cantiere. Dopo aver restaurato, come presidente dell’Associazione Amici di Vittorio De Sica il film Il giardino dei Finzi Contini, grazie al quale prese la nomination all’Oscar nel 1971 per le musiche, ha ora in progetto un nuovo restauro: quello del film Il generale Della Rovere, l’interpretazione più drammatica di suo padre Vittorio.
Come autore, si sta invece accingendo a scrivere il libro Mostri di Cinecittà e, in qualità di compositore, ha infine intenzione di allevare dei giovani registi per realizzare con loro dei film, dai quali trarre poi ispirazione per le sue prossime colonne sonore.
Manuel De Sica, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
Per un cinefilo appassionato come me, è davvero difficile scegliere un titolo solo. Anche se le mie tendenze sono molto precise e prediligo i film compiuti, che garantiscono una bella drammaturgia. Comunque, consiglio Good luck and good night di George Clooney.
Perché?
Per l’argomento che affronta e che torna, per certi versi, ad approfondire dopo Confessioni di una mente pericolosa. Clooney in questo film mostra coraggio e bravura, come regista e come attore.
Che genere di film preferisce?
I film francesi: sono sempre garanzia di un prodotto cinematografico di alto livello, sia per le sceneggiature sia per i dialoghi e per gli attori della raffinata comédie francaise.
Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
I tre film italiani in concorso all’ultima Mostra di Venezia: I giorni dell’abbandono di Roberto Faenza, La bestia nel cuore di Cristina Comencini e La seconda notte di nozze di Pupi Avati.
Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Le chiavi di casa di Gianni Amelio.
Due buoni motivi per vederlo?
Amelio ha offerto una grande prova di regia, riuscendo a trasformare un handicappato in un simpatico caratterista: non è facile. Poi, racconta senza sbavature il dolore, vissuto anche attraverso la superba interpretazione di Charlotte Rampling.
Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Il film italiano d’autore, se si tratta di un autore doc. Ma visto che è sempre più difficile trovare bei film di bravi autori italiani, vado spesso a vedere i kolossal americani, come quelli di Tim Burton: quando si coniugano la genialità di un regista e molto denaro da investire nel progetto, il risultato non può essere un brutto film.
Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Sin City di Robert Rodriguez e Frank Miller, ma anche tutta la saga sugli episodi stucchevoli di Harry Potter. Nemmeno gli effetti speciali, che amo molto vedere sul grande schermo, riescono a farmi piacere quel genere sospeso tra il magico, il mitologico e il fantastico.
Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Kim Rossi Stuart, mentre Michele Placido mi piace più come regista che come attore: mi aspetto molto dal suo Romanzo Criminale.
Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Sono tre: Margherita Buy, Jasmine Trinca e Valeria Golino.
E l’attore italiano che rimpiange di più?
Mio padre: Vittorio De Sica è stato realmente un artista straordinario.
Quale film rivede sempre volentieri?
La vita è bella di Roberto Benigni.
A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Roberto Benigni.
Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
I diari della motocicletta di Walter Salles: si narra l’amore per la vita, la natura, le grandi passioni e le rivoluzioni che riescono a mutare il corso della storia.
Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Brokeback Mountain di Ang Lee.
Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
L’ispettore Marlowe nella sua versione più riuscita: quella nel film Il lungo addio di Robert Altman: è un ruolo convincente e singolare, interpretato con verve istrionica da Elliot Gould.
Qual è il suo compositore preferito di musiche da film?
Il mio sogno è essere come John Williams: basta ascoltare le musiche di Guerre Stellari per avvertire il suono particolare della sua orchestra. In Italia abbiamo pochi bravi compositori, a parte il grande Morricone. Io ho avuto la fortuna di lavorare con i migliori registi: mi manca solo Monicelli e spero di lavorare con lui nel prossimo film, Le rose nel deserto: è sconvolgente e assurdo che questo progetto non abbia ancora trovato finanziamenti.
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