Attore di teatro, comico e cabarettista, Manlio Dovì ha esordito in un ruolo da protagonista anche sul grande schermo. Dopo il film corale di Marco Risi Soldati-365 all’alba nel quale ha recitato a fianco di Claudio Amendola e Massimo Dapporto, Dovì ha infatti interpretato il ruolo principale nel film di Florestano Vancini E ridendo l’uccise. L’attore palermitano ora è impegnato nel Salone Margherita di Roma per lo show “Torte in faccia” – trasmesso ogni giovedì su Canale 5 – nel quale Dovì imita una serie di personaggi famosi, tra i quali Donna Franca, Katia Ricciarelli, Carlo d’Inghilterra, Piero Fassino e Gianpiero Fiorani. A fine febbraio, sempre nel Salone Margherita, l’attore sarà poi impegnato in uno spettacolo tutto suo, il “Manlio Dovì Show”, dove apparirà senza l’ala protettrice del suo maestro, Oreste Lionello.
Dovì, quale film consiglia assolutamente di non perdere?
Moulin Rouge di Baz Luhrmann.
Perché?
Tutti gli attori, dall’ultima comparsa fino alla Kidman, danno prova di una grande tecnica attoriale: è un esempio di cinema che si rinnova, come solo gli Americani sanno fare, grazie ad un ritmo e ad una recitazione impeccabile, ambientata in grande teatro. E poi c’è la musica, che è la colonna sonora della vita.
Che genere di film preferisce?
I musical, sul genere di Chicago di Rob Marshall. Ma anche la commedia in tutte le sue sfaccettature. da quella impegnata a quella brillante, drammatica o dolce-amara.
Qual è il film italiano più bello che ha visto di recente?
Manuale d’amore di Giovanni Veronesi.
Due buoni motivi per vederlo?
Mi è piaciuto molto l’episodio nel quale è protagonista Carlo Verdone: sia perchè lo reputo un grande attore, il “malincomico” per eccellenza, sia perché riesce ancora a riportare sul grande schermo l’immagine dell’italiano medio, semplice, ironico e nostalgico.
Preferisce il blockbuster americano o il film italiano d’autore?
Il cinema americano d’autore. Credo che i film italiani abbiano perso la loro strada, quella di Monicelli, di Risi e dei grandi maestri del neorealismo. Ora i registi, persino i più bravi, sono troppo autoreferenziali e troppo tristi, sempre pronti a lasciarsi andare ai problemi come se fossero davanti al proprio psicoanalista.
Quale film sconsiglia assolutamente di vedere?
Tutti quelli realizzati dai fratelli Muccino: peccano di buoni dialoghi, di storie intriganti e di una buona regia. Consiglierei perciò di scordarsi del tutto di Ricordati di me.
Quale attore italiano ha apprezzato di più recentemente?
Sergio Castellitto.
Qual è l’attrice italiana che più le piace?
Laura Morante.
E l’attore italiano che più rimpiange?
Dire Alberto Sordi è scontato, anche se è vero. Aggiungerei il mitico Marcello Mastroianni.
Quale film rivede sempre volentieri?
Tutti i film di Chaplin, senza escluderne alcuno: è il dio del cinema. Tutto è partito da lì ed io sono rimasto lì.
A quale regista darebbe il Leone alla carriera?
A Martin Scorsese.
Qual è il più bel film d’amore che ha visto?
New York New York di Scorsese, con Liza Minnelli e Robert De Niro: il loro incontro è l’apoteosi dell’amore, dove tutto si trasforma in un sogno, nell’impossibilità di vivere l’amore in un mondo dove le regole e la quotidianità riescono a sconfiggere, prima o poi, anche la passione più coinvolgente.
Quale genere di film non andrebbe mai a vedere?
Gli horror o i thriller alla Dario Argento, salvando ovviamente il grande maestro del brivido, Alfred Hitchcock.
Quale sarà il prossimo film che vedrà?
Match Point di Woody Allen: mi sembra una commedia interessante, di quelle che Allen realizzava tanti anni fa, nei suoi tempi migliori.
Quale personaggio le sarebbe piaciuto interpretare sul grande schermo?
L’ispettore Clouseau ne La pantera rosa, magari al posto di Peter Sellers e diretto da Blake Edwards
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