Bologna atto secondo. A un anno di distanza dalle riprese della puntata pilota, i Manetti Brothers ritornano nel capoluogo emiliano per girare altre tre puntate de Il giorno del lupo, poliziesco prodotto dalla Nauta Film per Rai Fiction, che andrà in onda tra febbraio e marzo del prossimo anno.
Come nasce il progetto?
Lo scorso anno abbiamo girato la puntata pilota tratta dal romanzo di Lucarelli. Quest’anno altre tre puntate con lo stesso personaggio, ma con tre storie scritte appositamente dallo stesso Lucarelli insieme a Giampiero Rigosi, Umberto Contarello, Maurizio Matrone, Stefano Bises. In tutto quattro storie diverse. Si parlerà di mafia, di mafia cinese, di poliziotti corrotti, e d’immigrazione africana, prostituzione, stregoneria.
Chi sono gli interpreti e come è composto il cast tecnico?
Non esistono vere star. Giampaolo Morelli interpreta il ruolo di Coliandro, Enrico Silvestrin quello di Trombetti, l’amico poliziotto, mentre Veronica Lota interpreta il ruolo del sostituto procuratore alla questura di Bologna. In ogni puntata inoltre, c’è una ragazza protagonista che affianca Coliandro nelle indagini: Nicole Grimaudo, Cecilia Dazzi, Youma Diakite e Jacelyn Parry Iean, una ragazza cino-australiana, nostra scoperta, che abbiamo incontrato per strada. Il direttore della fotografia è Sebastiano De Pascalis. Alla scenografia nostra madre e nostro padre, Dore e Luigi Manetti. La costumista è Gaia Calderone, fonico Marco Fiumara, il montatore è Federico Maneschi.
Come avete lavorato nella creazione delle puntate e del personaggio? Che stile avete adottato?
Facciamo pochi ragionamenti sullo stile. L’unica differenza è che ci troviamo per la prima volta a lavorare su un progetto che non abbiamo scritto. Forse è meglio, ci divertiamo di più. Abbiamo un set particolare, molto libero, un po’ casinaro. Chi non è della nostra squadra da tanto tempo, rimane un po’ scioccato per il nostro modo di lavorare. Ci prendiamo poco sul serio. Lo facciamo perché ci piace. Coliandro è un poliziotto che, come afferma sempre Carlo Lucarelli, possiede tutti i difetti del poliziotto italiano. E’ molto differente da quello che emerge solitamente in televisione. Lo stile registico non esiste in teoria ma in pratica. Non dico la faccio in movimento, mi viene in movimento. Lo stile sta dentro di noi.
Dopo le riprese avete qualche progetto aperto?
Forse c’è già in cantiere una seconda serie come questa. Ci sono dei film per il cinema che ci piacerebbe fare e stiamo scrivendo un’altra serie, un lavoro che abbiamo iniziato prima ancora che ci venisse commissionato questo.
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