Manara e le passeggiate notturne con Fellini

Il ricordo di Fellini di Milo Manara, fumettista e illustratore, di cui La Pelanda-Macro Testaccio ospita a Roma dal 26 maggio al 9 luglio la mostra “MacroManara. Tutto cominciò con un’estate romana"


Considera il disegnatore e fumettista Hugo Pratt, scomparso nel 1995, il migliore amico di un tempo, ora rimpiazzato da Tanino Liberatore. “Pratt fu un padre assente, ha lasciato dei vuoti. Ma mi insegnò ad essere LIBERO nel mio lavoro”. Così Milo Manara il 71enne fumettista e illustratore di cui, a Roma, La Pelanda-Macro Testaccio ospita dal 26 maggio al 9 luglio la mostra “MacroManara. Tutto cominciò con un’estate romana” (aperta da martedì a domenica, 12,30/19.30), una coproduzione Comicon e ARF! Festival, la cui terza edizione si svolge dal 26 al 28 maggio, sempre negli spazi della Pelanda.
La mostra ripercorre l’intensa carriera dell’artista lungo due direzioni- Da una parte un’antologica delle opere degli anni ’70. ’80 e ’90: dalle tavole di Giuseppe Bergman a quel ‘Tutto ricominciò con un’estate indiana” che lo vide in coppia con Pratt, con il quale realizzò poi El Gaucho. E ancora Lo Scimmiotto, Gulliveriana, le Storie del Gioco, di Miele. Dall’altra parte la produzione più contemporanea e il suo rapporto con Roma e il cinema: dalla Cinecittà di Federico Fellini fino ai Borgia e Caravaggio, con una serie di illustrazioni dedicate a dive del cinema realizzate per il magazine francese ‘Lui’, e per la prima volta esposte all’ARF! Festival.

Manara non ha creato un personaggio ricorrente nelle sue storie ma vari personaggi: da Giuseppe Bergman allo Scimmiotto, da Gulliveriana a l’Uomo di carta (conosciuto anche come Quattro dita) e Coniglia bianca, e soprattutto Miele e Claudia. Una scelta che gli ha garantito una maggiore libertà artistica. Anche se una costante sono forse ‘le donne di Manara’, perché le fattezze fisiche delle famose Miele e Claudia ritornano nelle tante giovani  disegnate ed entrate nell’immaginario erotico.
‘Maestro dell’eros’ è una definizione che l’accompagna da tempo, ma non si sente imprigionato dentro questa etichetta, “in fondo mi ha aiutato ad essere riconosciuto anche se ho disegnato di tutto”.

Il suo rapporto con Roma, raffigurata nelle storie di Caravaggio e dei Borgia, è cominciato con quelle passeggiate serali con Federico Fellini che gli fece scoprire “quanto i ruderi fossero organici allo scenario della città, sembravano degli animali addormentati”.
Fellini come Hugo Pratt rappresenta una figura essenziale nel percorso artistico di Manara che era rimasto colpito dai suoi film, primo fra tutti 8½. “In occasione dei 65 anni di Fellini, Vincenzo Mollica, grande suo estimatore, aveva chiesto a qualche disegnatore, tra cui il sottoscritto, una tavola, un acquerello a lui ispirati, del resto Fellini era stato un disegnatore prima ancora che regista – racconta Manara – Ne è nata una piccola mostra di queste opere e Fellini dopo averla vista mi telefonò, non trovandomi con mio grande dispiacere. Per fortuna mi richiamò e mi invitò a Cinecittà, regalandomi un pass perenne per i suoi set: stava allora terminando la lavorazione di E la nave va e già si preparava a girare Ginger e Fred di cui realizzai la locandina. Disegnai poi anche il poster di Intervista e La voce della luna“.
Mollica racconta che Fellini amasse  molto “il segno seducente ed evocativo” di Manara, così fu abbastanza facile convincerlo perché Manara realizzasse le storie a fumetti due suoi film. “Negli ultimi tre, quattro anni della sua vita non girò più nulla, la Rai non trovava le risorse sufficienti, così disegnai due suoi soggetti Viaggio di G. Mastorna detto Fernet e Viaggio a Tulum“.

Il primo soggetto venne pubblicato dalla rivista ‘il Grifo’, la storia era prevista a puntate ma per un errore uscì la parola ‘fine’ al termine del primo episodio. Fellini lo interpretò come l’ennesimo segno che quel film non doveva farsi. Già il sensitivo e amico Gustavo Adolfo Rol gli aveva predetto di non girare Viaggio di G. Mastorna detto Fernet perché sarebbe stato l’ultimo e perciò anche il fumetto si fermò lì.
Viaggio a Tulum è stato invece pubblicato dal ‘Corriere della Sera’ in forma di sceneggiatura, accompagnata da alcune illustrazioni di Manara. Le strisce hanno per protagonisti lo stesso Fellini, Mollica e Mastroianni che si ritrovano in Messico sulle tracce del poeta Carlos Castaneda. “Nella realtà si trattò di sopralluoghi nello Yucatan, alla ricerca dell’universo magico degli stregoni messicani, un viaggio segnato da telefonate e messaggi minacciosi e inquietanti, e dall’improvvisa scomparsa dello scrittore Carlos Castaneda”, ricorda Manara.

Tra gli ultimi lavori del disegnatore c’è anche un omaggio a Brigitte Bardot, icona sexy degli anni ’60 e ’70. “Per sostenere la sua associazione di difesa e protezione degli animali, non volendo farsi fotografare, mi ha chiesto delle immagini di lei disegnate da mettere all’asta. Contemporaneamente ho preparato dei bozzetti per una statua dell’attrice francese che verrà collocata a Saint Tropez, davanti al piccolo museo del cinema ubicato presso la ex sede della gendarmeria. All’inizio si pensava di inaugurarla durante il Festival di Cannes, ora invece è stata fissata come data il 28 settembre, giorno del compleanno della Bardot”.

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