Sgomberiamo il campo da equivoci: L’apprendista stregone, blockbuster Disney in uscita il 18 agosto, forte di un cast di grido che comprende Nicolas Cage, Alfred Molina e la nostrana Monica Bellucci, c’entra ben poco con il celebre episodio del film animato Fantasia, in cui un Topolino con cappello da mago animava scope e secchi pasticciando con gli incantesimi del suo superiore sulle note di Paul Dukas. Il corto, a sua volta ispirato a una ballata omonima di Wolfgang Goethe, è citato con un simpatico omaggio, ma per il resto la pellicola di John Turteltaub, prodotta da Jerry Bruckheimer – lo stesso team della serie National Treasure, sempre con Cage – si muove su coordinate totalmente autonome.
Dopo un prologo ambientato nell’ambiguità del “C’era una volta”, lo scenario si sposta infatti ai tempi moderni, focalizzandosi su un ragazzino di nome Dave, che per un incidente – un po’ come succedeva al Bastian de La storia infinita – si ritrova nel laboratorio del mago Balthazar (Cage), allievo nientemeno che di Merlino, in lotta con il malvagio Horvath (Molina).
Il bimbo cresce traumatizzato, intellettuale e un po’ sfigato, assumendo il goffo ma adorabile aspetto del giovane Jay Baruchel. Quando Balthazar si ripresenta sulla sua strada la reazione del ragazzo è inizialmente negativa, ma ben presto comincerà ad interessarsi alla magia e a tutto quello che le ruota attorno, diventando l’apprendista ufficiale del mago, salvando la terra dai cattivi di turno (tra cui anche la strega Morgana), e conquistando Becky, la coetanea che gli fa battere il cuore (Teresa Palmer).
Spettacolare e ritmato nelle premesse – meno nella risoluzione – il film è in sostanza una variante di Harry Potter potenziata da un flavour supereroistico, dove gli scontri tra maghi avvengono a palle di fuoco come in un videogioco del genere “picchiaduro”.
L’impianto grafico è notevole, la trama assolutamente lineare, ma la sequenza più riuscita resta proprio quella ispirata a Fantasia, nonostante la brevità.
“L’episodio è uno dei più bei lavori animati della Disney, per questo motivo era necessario fare attenzione al riadattamento cinematografico – racconta Bruckheimer – Non volevamo rovinare la magia, ma creare qualcosa che rendesse omaggio all’originale”.
“Uno dei più grandi rischi per un regista – continua Turteltaub – è quello di lavorare a qualcosa che la critica di tutto il mondo è pronta a confrontare con una delle cose più belle mai create. Stiamo considerando gli otto minuti più famosi della storia dell’animazione e quale sarebbe stata la nostra scelta? Avremmo potuto semplicemente fare un piccolo omaggio all’originale senza però la pretesa di voler competere, oppure affrontare la situazione in maniera diretta. Modernizzarlo, creare una versione nostra, con la tecnologia moderna, e per me questa è a chiave fondamentale, mantenendo il mood di sempre.”
Sebbene la musica di Dukas sia stata riadattata nella stesura finale dal compositore Trevor Rabin, sul set si ascoltava la versione tradizionale, e la scenografa Naomi Shohan ha lavorato per rendere il laboratorio molto simile al sotterraneo medievale dell’originale.
“Vestire i panni di Topolino è stato per me un onore ma anche una grande responsabilità – conclude l’attore Jay Baruchel – Sono cresciuto guardando quella scena in Fantasia. Dopo questo lavoro potrei andare in pensione”.
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