TORINO. Isabelle Huppert e Lolita Chammah sono madre e figlia nella vita vera e nel dramma psicologico Barrage di Laura Schroeder, in concorso al TFF, e che rappresenta il Lussemburgo, paese natale della regista, nella corsa all’Oscar per il Miglior film straniero. Lolita Chammah ha già lavorato un’altra volta con la madre, nella commedia Capocabana (2010): “Non mi faccio domande, si tratta di finzione, recitare insieme a lei è per me semplice e naturale e alla fine il nostro rapporto è un elemento in più che in questo caso arricchisce la recitazione”.
Catherine/Lolita Chammah, dopo anni di assenza, torna dalla figlia Alba ormai adolescente che è stata cresciuta dalla nonna materna Elisabeth/Isabelle Huppert. Catherine torna non tanto per riprendersi un ruolo che difficilmente recupererà, quanto per ristabilire una comunicazione interrotta, trascorrendo un po’ di tempo con la figlia adolescente. Alba è distante, estranea, sfugge a questa madre comparsa improvvisamente, mentre Elisabeth cerca di proteggere la nipote e mantenere la figlia a distanza. E Catherine, esasperata, prende l’iniziativa, spezza quell’equilibrio familiare e porta Alba, confrontandosi con le sue resistenze, in gita sul lago. Inizia così un viaggio sospeso nel tempo, durante il quale tre generazioni si confrontano. Alla fine Catherine capirà che il suo avversario più grande è forse dentro di lei.
I dialoghi del film sono scarni e il vortice dei sentimenti che provano i personaggi è espresso dal linguaggio del corpo e dagli sguardi. “A volte i protagonisti sembrano galleggiare rispetto alle scelte che devono compiere”, afferma la regista. La regista ha scelto che il film venga proiettato in formato quasi quadrato 1,33. “E’ quello adatto sia per dare la sensazione che il personaggio sia immerso, dentro lo spazio; sia per valorizzare nell’inquadratura la presenza dei personaggi, non più di uno/due, che hanno una posizione centrale o ai margini”.
Il progetto di Barrage è stato sviluppato presso il TorinoFilmLab e l’Atelier Grand Nord.
Il bilancio delle presenze e degli incassi dell'edizione 2017 del Torino Film Festival è in linea con quello quell'anno scorso, a fronte della diminuzione del 20% dei film in programma e dell'abbassamento delle sale a disposizione da 11 a 8. Nell’edizione del 2017 si sono avute 63.000 presenze, 101.642 posti disponibili, 26.700 biglietti singoli venduti e 250.000 euro di incasso
Menzione speciale della Giuria e Premio Cipputi per il miglior film sul mondo del lavoro, a Lorello e Brunello di Jacopo Quadri, storia di due fratelli contadini che si occupano da sempre della fattoria di famiglia, lavorando tutto il giorno in armonia con la natura ma sotto la minaccia del mercato globale
Al TFF fuori concorso il documentario Pagine nascoste di Sabrina Varani, distribuito a primavera da Luce Cinecittà. Un viaggio nella composizione del nuovo romanzo di Francesca Melandri. Un viaggio alla scoperta di un padre, diverso da come si credeva. La scoperta inattesa di una memoria personale, che diventa memoria della nostra Storia. Del nostro presente
"La direzione del festival la considero un’esperienza molto positiva che sarei felice di continuare. Ma la decisione a questo punto spetta al Museo Nazionale del Cinema”, sottolinea Emanuela Martini nella conferenza di chiusura del festival che corrisponde alla scadenza del suo attuale mandato da direttore