Müller: non sono il nemico del festival di Torino

“Già a giugno con il presidente Ferrari abbiamo cercato un incontro con la direzione di Torino per trovare un accordo sulle date, visto che le nostre erano obbligate. Ma non abbiamo mai avuto risposta”. Il direttore del Festival di Roma Marco Müller risponde così, intervistato dalla ‘Repubblica’, a Gianni Amelio che qualche giorno fa, presentando il programma del Torino Film Festival, ricordava come la sua richiesta di un cambiamento di date fosse caduta nel vuoto. 

“A me fa sorridere vedermi trattato come il nemico di Torino quando fui io – dichiara Müller al ‘Corriere della Sera’ – al Festival Ombre elettriche nel 1981, in un’epoca che ospitava solo una rassegna di cinema gay, a portare 185 film cinesi davanti a 1.000 testate giornalistiche. Quando si parlò di armonizzare le date, Torino rispose con un bel no, loro non si sarebbero spostati. Potrei girarla, la polemica di Gianni Amelio”.

A chi invece lo critica per avere un programma poco appetibile per glamour, divi e proposte hollywoodiane, Müller spiega che “quando sono andato a giugno negli Studios mi hanno detto ‘dovevi venire tre mesi fa…’. Ma se il contratto l’ho firmato a giugno! Ho potuto lavorare solo con il cinema indipendente: da James Franco a Roman Coppola. Mi sembrano nomi interessanti. Avere Bullet to the head che esce a febbraio, è stato un miracolo, ho aspettato tre mesi per avere la conferma”.

E il direttore del Festival di Roma sottolinea che, a differenza del TFF, “noi seguiamo la linea delle prime mondiali, aprendo con un film favolistico e sorprendente, un grande spettacolo dalle tonalità esotiche, così diranno il solito Müller”.