Müller e il Festival/Festa

il direttore artistico del Festival di Roma spiega nel catalogo e conferma nella conferenza stampa la nuova fase della manifestazione, ora un po' Festa.


“Si riparte come Festival/Festa, in attesa che si possa affinare la linea, con la capacità di contraddirsi”. Esordisce così il direttore artistico del Festival di Roma Marco Müller che dice di guardare alla versione europea del modello Toronto. Ecco forse spiegata l’apertura con la commedia L’ultima ruota del carro di Giovanni Veronesi e la chiusura con The White Storm primo poliziesco ‘internazionale’ prodotto dalla Cina e diretto da Benny Chan, allievo di Johnnie To Kei-Feung e Tsui Hark.

Un riposizionamento del Festival che Müller chiama “una schizofrenia guidata”. Del resto l’assessore alla Cultura del Comune di Roma Flavia Barca intervenendo avverte che “è mancato un progetto chiaro della manifestazione perché si è pensato più alle persone che al progetto stesso”, convinta che l’identità della kermesse romana sia quella della Festa. Insomma un ritorno alla formula delle edizioni guidate da Piera Detassis?
Lidia Ravera, assessore alla Cultura della Regione Lazio, altro socio fondatore della manifestazione, è convinta che ci si possa muovere tra questi due poli, Festival e Festa, “avendo però come unica bussola, la qualità, cioè il buon cinema”.

Venute meno le due tensostrutture, il festival si si avvale di 5 sale dell’Auditorium Parco della Musica a cui s’aggiungono lo spazio del MAXXI e da quest’anno il cinema Barberini. 18 i film del Concorso di cui 3 americani (tra cui Her di Spike Jonze con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson e Out of The Furnace di Scott Cooper con Christian Bale, Casey Affleck, Forest Whitaker), 2 giapponesi, 3 latinoamericani, oltre ai 3 italiani, in particolare: Corpi estranei di Mirko Locatelli, dove la malattia è un’occasione per l’incontro, in un ospedale di Milano, di due uomini soli e alle prese con il dolore; Take Five di Guido Lombardi con cinque ‘irregolari’ (un ricettatore, un gangster depresso, un pugile squalificato a vita, un fotografo di matrimoni ex rapinatore e un idraulico con il vizio del gioco) alle prese a Napoli con una rapina milionaria; Tir di Alberto Fasulo è una coproduzione Croazia e Italia con protagonista Branko, un ex professore di Rijeka, che è diventato camionista per un’azienda italiana, guadagnando tre volte tanto rispetto al suo vecchio stipendio d’insegnante.

Fuori Concorso ci sono 20 titoli di cui ben 8 italiani, 4 francesi (tra cui Il paradiso degli orchi di Nicolas Bary con Bérénice Bejo e Emir Kusturica), e 3 americani (tra cui Gods Behaving Badly di Mark Turtletaub con Christopher Walken, John Turturro, Sharon Stone)  e altrettanti tra Hong Kong e Cina (tra cui Young Detective Dee: Rise of The Dragon 3D di Tsui Hark).
E il tappeto rosso? Il direttore per ora non fa nomi delle star che sfileranno, ma promette “una dose quotidiana di divismo”. Così come non rivela la madrina, ma circola il nome di Sabrina Ferilli, e gli piacerebbe anche un secondo volto per la cerimonia di premiazione.

Tanti gli omaggi in calendario: a Federico Fellini con Le tentazioni del Dottor Antonio, episodio di Boccaccio 70 (1961), e con Federico degli spiriti-L’ultimo Fellini di Antonello Sarno, a Carlo Lizzani con Il processo di Verona (1963), a Giuliano Gemma con Arrivano i titani di Duccio Tessari (1962) , a Renato Castellani e Anna Magnani con Nella città l’inferno (1959) e quello al produttore Luciano Martino con l’ultimo suo lavoro firmato dai Manetti Bros., Song’e Napule in concorso nella selezione CinemaXXI.

Due le retrospettive: “Ercole alla conquista degli schermi” sul periodo d’oro del peplum italiano e quella dedicata al regista Claudio Gora con 9 film, a partire da Il cielo è rosso (1950). 6 invece i Ritratti di Cinema tra cui Bertolucci on Bertolucci di Luca Guadagnino, già visto a Venezia, e Massimo-Il mio cinema secondo me di Raffaele Verzillo su Massimo Troisi.
Confermati i 4 giorni di mercato con The Business Street, previsto anche il China Day per incoraggiare gli scambi commerciali tra Italia e Cina, e The New Cinema Network. Accanto alle Master Class di Jonathan Demme e Tsui Hark, quest’ultima moderata dal regista Olivier Assayas, sono previsti incontri, duetti e tavole rotonde che presto verranno annunciati.
Da ricordare i due presidenti di giuria James Gray e Larry Clark.

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14 Ottobre 2013

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