Nell’articolo di Natalia Aspesi per La Repubblica, “Se il giardino confina con l’orrore”, il racconto de La zona d’interesse, il film di Jonathan Glazer che affronta l’orrore dell’Olocausto da una prospettiva domestica e quotidiana, ispirato dal romanzo di Martin Amis e dalla vita di Rudolf Hoss, comandante di Auschwitz. Il contrasto tra la vita serena della famiglia Hoss e l’atrocità del genocidio nelle vicinanze forma il cuore del film, sottolineando la coesistenza di bellezza e orrore. Aspesi evidenzia la potenza emotiva del film, capace di evocare riflessioni profonde sull’umanità e sulla capacità di dimenticare le atrocità. Il film è stato premiato a Cannes ed è candidato agli Oscar.
Nolan avvicina gli Oscar
Durante i premi del Directors Guild of America (DGA) a Beverly Hills, Christopher Nolan è stato premiato come miglior regista per Oppenheimer, battendo Yorgos Lanthimos e Martin Scorsese. Celine Song ha vinto come miglior regista di un’opera prima per Past Lives, prodotto da A24. Nelle categorie televisive, The Bear ha ottenuto il premio per la migliore regia in una commedia, mentre The Last of Us ha vinto nella categoria serie drammatiche.
L’anima di Zucchero
Sul
Corriere della Sera Aldo Grasso presenta il documentario
Zucchero – Sugar Fornaciari, realizzato da
Valentina Zanella e
Giangiacomo De Stefano per esplorare la vita e la carriera di
Adelmo Fornaciari, meglio conosciuto come
Zucchero, il più celebre bluesman italiano. Attraverso interviste a famosi artisti e amici come
Bono,
Sting,
Brian May, e
Andrea Bocelli, il film cerca di dipingere un ritratto intimo dell’artista, toccando momenti significativi come i suoi ricordi d’infanzia, le origini emiliane del suo animo blues, e un periodo di depressione incontrato al culmine del suo successo. Per Grasso, il documentario brilla particolarmente quando indaga gli aspetti più personali e vulnerabili di
Zucchero, come il legame con la nonna
Diamante e l’ispirazione tratta dai paesaggi che collegano l’Emilia-Romagna a New Orleans. Tuttavia, si nota una certa reticenza nel film a immergersi completamente, lasciando il pubblico desideroso di una narrazione più intima e personale.
Suncoast, tra dramma e leggerezza
Francesca Scorcucchi presenta sul
Corriere della Sera il film dell’attrice vincitrice al
Sundance Nico Parker, lungometraggio di formazione un’adolescente che si confronta con la malattia terminale del fratello. La regista
Laura Chinn, attingendo dalla propria esperienza personale, usa l’umorismo come chiave narrativa per trattare temi complessi, evitando il melodrammatico.
Nico Parker ha descritto il suo personaggio come una figura di maturità e forza, simbolizzata da un “topolino che ruggisce”. Il film, oltre a raccontare una storia di formazione adolescenziale, si propone di esplorare il contrasto tra tolleranza passata e le divisioni odierne, cercando di umanizzare le esperienze al di là delle polarizzazioni.