“Luna rossa”: critici divisi

Giudizi discordi dei quotidiani su Antonio Capuano e la sua terza opera Luna rossa, elogi quasi unanimi invece per gli interpreti, in particolare Licia Maglietta, Tony Servillo, Carlo Cecchi, Antonino Iuorio, Lucia Ragni, Italo Celoro.
Lietta Tornabuoni su La Stampa “Si può non essere d’accordo sulla mitizzazione, sull’aura da tragedia greca immessa nella vicenda… Ma non si può non ammirare la gran bravura del regista: le uccisioni repentine e i coiti subitanei e brutali come omicidi, le ombre della casa e le luci glauche… La scelta e il lavoro degli attori sono altrettanto ammirevoli”. Non piace invece a Tullio Kezich, tra gli italiani ha preferito Figli di Marco Bechis, che su il Corriere della Sera scrive: “Meglio sarebbe stato attenersi al classico Scarface di Hawks, mentre qui il racconto procede slegato, sibillino e privo di stile”. Convinto del film è Roberto Silvestri, il manifesto, che sottolinea “la qualità sovversiva, il tono dark implacabile e concentratissimo (almeno per la prima magnifica ora) e la quantità di verità nascoste che affiorano da Luna rossa, interpretato da una rosa mozzafiato di virtuosi di scuola napoletana”. Per Fabio Ferzetti, Il Messaggero, “C’è qualche scompenso, magari il film dev’essere ancora rifinito, non tutto è allo stesso livello di incandescenza, a tratti Capuano sembra quasi ansioso di spiegare, di farsi capire. Ma gli attori bravissimi il gioco sofisticato delle inquadrature, l’impeto dell’insieme, parlano di un progetto solido, consapevole, molto personale”. Infine luci e ombre per Roberto Nepoti e Dario Zonta. Il primo critico rileva su la Repubblica: “E’ alta la qualità di Luna rossa… La regia di Capuano, spezzata in brevi sequenze che s’inseguono lungo un montaggio particolarmente nervoso, mostra un’indubbia personalità…peccato che il film sia eccessivamente lungo e che gli avvenimenti si affollino troppo, nella seconda parte, per non produrre saturazione”. Zonta su l’Unità: “I primi venti minuti del film sono perfetti nel ricomporre a strati il quadro di questa società famigliare… Ma come poter raccontare la camorra senza cadere nell’estetica televisiva de La piovra?”.