Luigi Proietti


Gigi Proietti, il Maresciallo Rocca, ha fatto la parte del mattatore in occasione della presentazione della terza serie incentrata sulla popolare figura del personaggio, anche in assenza di Stefania Sandrelli, impegnata in Spagna e con la quale è stato impossibile collegarsi. Andrà al Festival di Sanremo?
Spesso apprendo dai giornali che vado da qualche parte. Ma, a Sanremo, no, non vado.

Invece che farà?
Sto cercando di rimanere al teatro Brancaccio. Lo saprò fra qualche giorno. Se rimango, i progetti saranno consoni a questo tipo di spazio. Bisognerà inventarsi una programmazione. Aprire un laboratorio. Ci vogliono risorse. Banalmente: denari, soldi. Lo saprete fra pochi giorni.

Progetti per la tv?
Qualcosa c’è. Forse un’altra regia. Un progetto grosso con la Solaris. Ho fatto una proposta. Realizzare Il Mercante di Venezia, di Shakespeare. Ci stiamo lavorando con Vincenzo Cerami. Ma sarà fra un anno.

Farà anche il protagonista?
E il regista Capitani farà Lancellotto!

Ha sentito la precisazione di Stefano Munafò sulla coproduzione della Warner Bros?
Sì, ha fatto un “fax” in atto pubblico.

Farà ancora una volta Rocca?
Rocca è invecchiato, io no. Vedremo. Adesso godiamoci la terza serie.

Avrà successo?
Gigi Proietti Speriamo. Lo abbiamo fatto per questo. Di una futura serie non abbiamo parlato. Comunque è buona norma interporre un certo intervallo di tempo tra una serie e l’altra.

L’attuale, in onda dal 4 marzo, come può essere descritta?
Curato, giusto, con buone cautele. Con molte sorprese positive. Abbiamo lavorato duro. Ci è piaciuto farlo. E’ il ritratto di una famiglia media, come quella mia. Certo, costumi, comportamenti sono uguali da Nord a Sud. Rocca sarebbe stato mio padre ed è alla sua memoria, al mio povero papà, che voglio dedicare questo lavoro.
Proietti, lei è permaloso?

Sì, lo sono. Sfido a trovare uno che ha più ragioni di me per esserlo.

Altri progetti imminenti?
Farò una tournée in aprile-maggio con lo spettacolo che già ho rappresentato allo stadio Olimpico di Roma: Prove per un recital. Sono venuto da Catania, dove l’ho replicato per sette sere al Palazzo dello sport. Ho avuto 3.500 persone a sera, un pubblico enorme che ti chiede l’anima. E io gliel’ho data volentieri.

autore
22 Febbraio 2001

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