Ma cosa significa morire se non si crede in Dio, o nell’immortalità dell’anima? Lucky se lo chiede forse per la prima ma anche ultima volta, e le risposte le cerca nel mondo che gli appartiene, fra i due bar in cui sono racchiuse tutte le sue relazioni umane; luoghi sospesi nel tempo i cui avventori sono figure quasi irreali, oniriche, paradigmi dell’esistenza umana, spettri forse partoriti da una mente, magari quella dello stesso Lucky, che colpito dalla definizione di uno dei suoi tanti cruciverba ripete costantemente: “realismo è accettare una cosa per quella che è, ma quello che vedo io non è quello che vedi tu”. Ed è proprio nell’oscurità del bar che Lucky frequenta la sera che fa la sua comparsa David Lynch, nei panni di un amico di Lucky che ha perso la sua tartaruga, President Roosevelt. Quello di Lynch è un personaggio che pare rubato agli scenari nebbiosi dei suoi film, in bilico fra vita la reale e quella immaginata. Lucky osserva lui come tutti gli altri nel tentativo di trovare una soluzione che non gli faccia sembrare inutile l’esistenza rispetto a quello che inevitabilmente gli accadrà: “Un giorno la la morte spazzerà via tutto” e allora cosa succederà? Magari sarà semplicemente la conquista di una nuova libertà, come per President Roosevelt, che ha attraversato il cancello senza sapere cosa ci fosse al di là.
Il regista cinese si porta a casa il prestigioso riconoscimento con il suo Mrs. Fang, documentario sulla morte di un’anziana malata di Alzheimer. Miglior attrice Isabelle Huppert. Premio speciale della giuria a As Boas Maneiras di Juliana Rojas e Marco Dutra, mentre il Pardo per la miglior regia è stato vinto da F.J. Ossang per 9 Doigts
È il primo lungometraggio di finzione di Germano Maccioni, Gli asteroidi, l'unico italiano in concorso a Locarno, prodotto da Articolture, Ocean Productions e RAI Cinema, sarà distribuito in sala dall’Istituto Luce Cinecittà
Nella sezione competitiva Cineasti del Presente c’è anche il film di Riccardo Palladino Il monte delle formiche. Un documentario filosofico sul senso della vita, raccontato attraverso il volo che ogni anno sciami di insetti compiono per accoppiarsi e poi morire
Anche quest'anno la retrospettiva del Festival di Locarno ha procurato ai cinefili scoperte ed emozioni. Roberto Turigliatto e Rinaldo Censi, i due curatori, hanno proposto uno dei nomi più amati dai cinefili, Jacques Tourneur, mobilitando attorno a lui i nomi più esclusivi della critica internazionale, da Jean Douchet a Pierre Rissient, da Charles Tesson a Chris Fujiwara