Ravanello pallido, ossia l’elogio della normalità secondo Luciana Littizzetto, che dalla televisione compie il grande salto verso il cinema con un film che la vede protagonista principale.
La storia di Gemma – ci dice Luciana – potrebbe lontanamente assomigliare a quella di una Bridget Jones nostrana. Anche se non beve e non fuma, Gemma ha problemi di relazione ma soprattutto ha problemi con se stessa. È una ragazza normale che lavorando presso un agente di attrici vive con inadeguatezza i rapporti con le soubrette televisive, con il fidanzato, con il portinaio del condominio. Non è una donna felice, e come tutte le donne per risolvere i suoi problemi decide di trasformarsi fisicamente, di tingersi i capelli color ravanello pallido. E quando, grazie ad una serie di fortunate circostanze, diventa una diva, anche questo nuovo ruolo non le sta bene. Ma il cambiamento le permetterà di prendere in mano la vita, svolgerà una funzione curativa.
Lei invece sembra sempre a suo agio, sia con il cinema che con la televisione.
Il cinema mi piace molto. Ovviamente è molto diverso dalla televisione, ma la cosa che mi affascina di più è che posso recitare in ruoli differenti, e così è anche più facile portare in scena se stessi. In televisione, al contrario, mi chiedono sempre di fare personaggi trasgressivi e violenti, personaggi che si prendono le denunce. Tutto ciò non vuol dire che non mi piace la televisione, anzi. Purtroppo adesso ho avuto questi problemi con La7, e mi dispiace che il mio programma non si farà più. Era un progetto sul quale avevo lavorato tantissimo, che mi affascinava soprattutto perché potevo sperimentare senza avere l’ossessione dell’audience. Era una situazione privilegiata nella quale potevo respirare senza avere responsabilità.
Ha avuto molte difficoltà ad emergere come comica donna?
Sono dodici anni che faccio questo mestiere, e agli inizi non si facevano nemmeno i provini per le donne, nemmeno la Gialappa’s li faceva. Dominava la convinzione che le donne non facessero ridere. Poi alcune hanno aperto nuovi spazi, la Guzzanti, per esempio. Ed oggi la sola differenza tra un comico uomo e un comico donna è che la donna fa questo lavoro usando la propria femminilità.
In “Ravanello pallido” racconta di una donna che rivendica la propria normalità e che raggiunge il successo proprio grazie al suo essere come tutti.
Sono stufa della trasgressività a tutti i costi. Qua tutti trasgrediscono, ma poi, in realtà, non fanno attenzione a come vivono. Trasgressione sembra che sia solo tirare coca o tradire la moglie con la segretaria. Ma non è un bel vivere questo, e non è nemmeno molto difficile vivere così. Oppure la trasgressione è nei vestiti, in quei capi di abbigliamento che sembrano da soli essere in grado di farti diventare sexy. Ma se hai le gambe con la circonferenza di una sequoia non puoi metterti le giarrettiere, devi puntare su altro. Gli occhi, la bocca, i piedi, la testa. Il problema è che purtroppo non è vero che tutte le donne belle sono cretine. In televisione ne ho conosciute di molto belle con una bella testa. La Marcuzzi, per esempio, o la Ventura. Solo che il più delle volte a quelle carine chiedono di fare solo le carine e non hanno la possibilità di far vedere quello che sarebbero in grado di fare. Posso invidiare queste donne, ma non certo le belle e imbecilli (e di imbecilli ce ne sono parecchie).
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Dopo il fallimento dell’esperienza con La7 non ho molto da fare, e non voglio fare cose che non mi convincano. Certo che i progetti che avevo restano ancora in piedi, ma per il momento non ho niente di concreto in mano.
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