L’afosa estate romana comincia a diventare un’abitudine per Luciana Littizzetto. Lo scorso anno era nella capitale per girare Manuale d’amore di Giovanni Veronesi dove sfidando le temperature record vestiva i panni di una vigilessa. Questa volta si trasforma in un’affittacamere con il pallino della recitazione per Carmine Amoroso regista alla sua seconda prova con Cover boy. Dall’autrice di “Sola come un gambo di sedano” non ci si aspetta certo un ruolo drammatico. Ma a convincerla è stata la “bella sceneggiatura” scritta dall’amico Amoroso oltre alla sua “immancabile dose di curiosità”. Inoltre sul set di via del Mandrione non deve indossare nessuna divisa.
Come descriverebbe il suo ruolo nel film?
E’ una piccola parte che mi diverte perché abbandono il mio personaggio tipico fatto di battute e facce che la gente riconosce. E poi sono diretta da qualcuno. Di solito mi danno carta bianca nei film proprio perché vogliono vedere la Littizzetto. Qui indosso tutta un’altra veste. Diana è la padrona di casa di Luca Lionello e Eduard Gabia, sogna di diventare un’attrice e si vanta delle cose che ha fatto ma in realtà sono tutti lavori da comparsa parlante. Sotto la superficie ha una vita precaria come i due protagonisti. Ma cerca di mascherare dando sfoggio di cultura, cosa che le fa ottenere l’effetto contrario. Per intenderci cita sempre Shakespeare e ha battezzato il suo cane Stanislavskij. Ma ripeto è fatica sprecata perché viene presa in giro.
Come nella scena che sta girando ora?
Sì, mentre stende i panni sul terrazzo cerca d’imparare a memoria una poesia di Catullo ma dal piano di sotto Michele e Ioan ridono di lei.
A chi si è ispirata per la parte? Qualche somiglianza con la Littizzetto degli esordi?
Ho ripensato molto a quando venivo a Roma da Torino per il programma di Mirabella e Garrani “Tivvù cumprà”. Lo registravamo alla Dear nel ’96. Andava in onda su Rai3 in prima serata. Ricordo che eravamo un cast di aspiranti attori, tutti squattrinati in maniera imbarazzante. Quando per esempio si andava a mangiare dopo la trasmissione temevamo il momento del conto, perché di solito si divideva alla romana. C’era sempre qualcuno che si lamentava perché aveva preso solo una pizza e non voleva pagare anche la bottiglia di vino del vicino.
Tra la tv e il cinema cosa preferisce?
La sala mi attira di più. Sono una spettatrice assidua vedo film quasi tutte le sere.
Ha un regista o un genere prediletto?
No, sono onnivora. Guardo tutto, con dei limiti. Non vado mai a vedere i kolossal a meno che non diventino un fenomeno di costume tipo Titanic. L’ho visto perché poteva essermi utile a capire che genere di persone lo vanno a vedere. Materiale buono per scrivere un libro. In genere però guardo film europei più vicini a noi per stile e contenuti. Una volta uscita poi mi piace iniziare il passaparola: consigliare se andarlo a vedere o no.
Quale film raccomanda in questo momento?
Mi sono innamorata di Mysterious Skin di Gregg Araki, un film doloroso ma bello. E ho apprezzato anche Non desiderare la donna d’altri di Susanne Bier.
C’è una pellicola tra quelle già girate che le sarebbe piaciuto interpretare?
Invidio a Meg Ryan il ruolo in Harry ti presento Sally. Adoro le commedie romantiche scritte da Nora Ephron. Una parte così l’accetterei subito.
Altre aspirazioni?
Tornare a Roma per girare un film. Ma stavolta d’inverno.
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