L’attualità è sempre esistita. È questo uno dei riflessi di pensiero che scattano alla visione delle immagini dell’Archivio storico Luce nella rinnovata collaborazione con il Noir in Festival, lo storico appuntamento cinematografico e libresco che quest’anno si tiene dall’8 al 13 marzo. Il Luce torna con il fortunato progetto delle ‘Pillole d’Archivio’, brevi film da un minuto o poco più che nella versione ospitata al Noir, e che accompagna i film del Festival, raccontano il passato dell’Italia dei misteri, dei crimini, del lato scuro della Legge. E le pillole di quest’anno raccontano come mai prima un genere: la cronaca nera.
Una delle grandi scoperte del nostro Paese dopo vent’anni di un fascismo che ‘coprì’ i suoi delitti dall’attenzione dell’opinione pubblica. Dal 1946 l’Italia ha conosciuto un’attenzione sociale vivace, addirittura vorace per i grandi processi, gli assassinii, i misteri privati (talvolta connessi a quelli pubblici, si pensi solo al Caso Montesi). E quando oggi siamo allertati, se non travolti, dagli strilli dei media su un nuovo caso criminale, e l’onda emotiva porta a influenzare l’informazione e l’opinione pubblica, è un bene ricordare quanto questi casi siano sempre stati parte di una narrazione che il paese fa a se stesso.
Nessuna cronaca è mai solo cronaca, e rivela spesso qualcosa di ulteriore, laterale, in ombra. Tre pillole d’archivio Luce – curate da Nathalie Giacobino con il montaggio di Patrizia Penzo – illuminano questa zona oscura, con i racconti di dimenticati, celeberrimi casi di omicidi seriali, processi, fughe. E in un anno che continua a celebrare il centenario di Federico Fellini, il quale non fu certo avulso dal sinistro fascino della cronaca, il titolo Tre passi nell’Archivio a citazione di quei Tre passi nel delirio, cui Fellini partecipò col sulfureo Toby Dammit, è d’obbligo.
Si inizia con lo spaventoso caso di Leonarda Cianciulli, passata alle cronache come ‘la saponificatrice’, che vediamo alla sbarra nel 1946 per aver ucciso tre signore, e fatto dei loro corpi sapone e candele. Il 1947 ci porta invece al chilometro 47 di via Salaria, luogo del delitto del Mostro di Nerola, una storia che echeggia ancora nei ricordi dei padri e dei nonni. Il 1938 ci porta invece sull’Isola di Alcatraz, che lo speaker fascista pronuncia ‘Alcàtraz’ e che forse con una punta di autarchica soddisfazione celebra una duplice evasione da un carcere di massima sicurezza americano. Sorte che non arrise invece a Giuseppe La Marca, detto Peppino, ‘il napoleone degli assalti di strada’, cui non riesce la fuga dal carcere di Procida nel 1947. Una cronaca che ha già il sapore del noir americano, con il tentativo del La Marca di passare per paranoico ottenendo uno sconto di pena, e lo speaker che lo descrive in una mimica nervosa, che ricorda quella di ‘un altro protagonista della storia in procinto di affacciarsi al balcone’. La nera si vendicava anche così del bavaglio di Mussolini.
I processi sono un genere a sé, e nel dopoguerra rodavano già sapientemente il loro meccanismo.Un caso clamoroso fu quello di Ettore Grande, accusato dell’omicidio di Vincenzina Virando nel 1939, sotto un regime, e assolto nel ’51, sotto un altro Stato, dopo un’odissea giudiziaria, per quello che fu giudicato un suicidio.E lungo, clamoroso, vissuto con ansia da tanti cittadini, è il caso del pianista Arnaldo Graziosi, nel 1947 accusato di uxoricidio. Una macchina giudiziaria di documenti, lettere della moglie suicida, perizie su rivoltelle e psicologie, avvocati di primo piano anche politico, e l’accompagnamento surreale – perfettamente cinematografico, alla Lang – di un valzer di Strauss, che il pianista stava interpretando al momento dell’ipotizzata premeditazione del fatto.Condannato, l’opinione pubblica si chiese a lungo se giustamente. Era il 1947, e quello che oggi si intitola true crime, nelle immagini dell’Archivio Luce era già totalmente vero.
La collaborazione tra Noir in Festival e Istituto Luce Cinecittà si sostanzia inoltre con la mediapartnership con CinecittàNews, il sito di informazione cinematografica di Luce Cinecittà e una vera e propria agenzia stampa di settore. La collaborazione tra Noir e CinecittàNews festeggia il decimo anno, con la copertura di tutti gli appuntamenti del Festival con news, articoli e interviste quotidiane su news.cinecitta.com, rilanciandoli sia sui canali social Facebook (facebook.com/CinecittaNews) e Twitter (twitter.com/CinecittaNews) che all’interno della newsletter settimanale della testata.Inoltre, la redazione coordina la presentazione di due degli speciali incontri ‘pre-festival’ in programma: quello con Alessandro Tonda, regista di The Shift, e con Ivano De Matteo, regista di Villetta con ospiti.
Il film tratto dalla graphic novel di Gipi insignito del Premio nel nome del regista di Non essere cattivo: sei i finalisti italiani. Mentre, Black Panther Award al film di Ivan Grbovic, e Menzione Speciale a De uskyldige – The Innocents
La coppia di fratelli registi ospiti della chiusura della 31ma edizione del Noir In Festival con l’anteprima del film, in uscita nelle sale. Fedele adattamento del fumetto che non ha tenuto conto di un confronto col precedente di Mario Bava, come ci raccontano
La ri-edizione di Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava di Gabriele Acerbo e Roberto Pisoni: gli autori ospiti del Noir in Festival parlano del volume - arricchito di testimonianze rispetto all’edizione del 2007, dalla figlia Elena Bava a Refn - e del cinema del loro nume tutelare ispiratore
La 31ma edizione del Noir in Festival chiude a Milano con un incontro con i Manetti bros. e la serata d’anteprima del film Diabolik alla presenza dei registi e del cast: tra gli appuntamenti, anche quello con Carlo Lucarelli e per il volume Kill Baby Kill! Il cinema di Mario Bava