Luca Zingaretti riparte da Perez, avvocato umiliato e arrabbiato

L'opera seconda di Edoardo De Angelis, fuori concorso alla Mostra, arriva in sala il 2 ottobre con Medusa


VENEZIA – “Oggi in Italia, in Europa, nel mondo, si sostituisce sempre di più alla legge etica la legge di natura, che ha poco a che fare con la socialità e la comunicazione tra le personee innesca il meccanismo ‘mors tua, vita mea’. È dentro questo contesto che il mio Perez decide di andare fino in fondo”. Svestiti i panni – ormai un po’ ingombranti, dopo 14 anni e decine di repliche – del Commissario Montalbano, Luca Zingaretti si è trasformato nell’avvocato protagonista di Perez., opera seconda di Edoardo De Angelis, passata oggi fuori concorso alla Mostra di Venezia: un uomo senza qualità e senza ambizioni, passivo, debole, vigliacco.

Un progetto e un ruolo in cui l’attore ha creduto molto, tanto da essere tra i co-produttori del film (con la Zocotoco, insieme a Tramp Limited e O’ Groove) e da aver contribuito alla scrittura del suo personaggio, mediocre avvocato d’ufficio che vive in panchina e si lascia umiliare quotidianamente da colleghi e amici. Persino la figlia (Simona Tabasco), suo unico motivo di vita, lo calpesta piscologicamente e gli impone di accettare il suo nuovo amore Corvino (Marco D’Amore), figlio di un noto camorrista. Paradossalmente sarà proprio la consapevolezza di avere il crimine in casa a spingere Demetrio Perez ad accettare la proposta indecente del boss Buglione (l’ottimo Massimiliano Gallo), che gli offre di eliminare il problema in cambio di un favore pericoloso. Perez. è ambientato al Centro Direzionale di Napoli, “cuore freddo di una città calda come Napoli, microcosmo che rappresenta una promessa mancata di progresso, in cui si riflette la personalità di Perez”, dice De Angelis, che spiega che “quasi tutte le vicende del film sono modellate su eventi reali”. Ad esempio quel mondo giudiziario napoletano in cui gli avvocati d’ufficio assalgono gli imputati nella gabbia per accaparrarsi i loro casi e qualche centinaio di euro, “uno spettacolo indecente e divertente”.

Piuttosto apprezzato dalla stampa, Perez. (il titolo comprende il punto finale, “per dire che il protagonista torna in possesso della sua identità e mette un punto) rappresenta anche un punto di svolta della carriera di Zingaretti, “in un momento in cui mi sembrava di galleggiare un po’ sulle cose che avevo sempre fatto, ho sentito l’esigenza di diventare protagonista della mia creatività e darmi la possibilità di esplorare”. Mentre il collega Marco D’Amore ha confessato di avere avuto qualche ritrosia nell’accettare il ruolo: “Dopo nove mesi di Gomorra mi sentivo svuotato emotivamente e temevo di non essere più efficace nella parte di un criminale, o che le biografie dei due personaggi si somigliassero troppo. La bellissima sceneggiatura del film mi ha smentito e ho partecipato con entusiasmo”.

Sia il suo Corvino che Perez compiono infatti nel corso della storia un’evoluzione importante, ma tutta giocata nella zona grigia in cui le persone per bene e i criminali si confondono, esibendo apparenze ingannevoli. Perez. sarà nelle sale il 2 ottobre con Medusa, ma intanto già si parla di un possibile remake americano, visto che Stefano Gallini Durante (italiano trapiantato a Los Angeles), con la sua Code 39 Films, ha richiesto i diritti Usa ai produttori.

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