“I media ci bombardano di notizie, di immagini disastrose di disperati che sbarcano sulle nostre coste. O di stragi come al Bataclan e ora di quei due poliziotti uccisi, pare, ancora dall’Isis. Ma pochi sanno realmente perché accade tutto questo, perché i terroristi attaccano, perché milioni di persone stanno fuggendo dalle loro case. Vorremmo provare a dare risposte a domande molto semplici”. Così Luca Zingaretti presenta la decima edizione del Pesaro Doc Fest, Festival del documentario sociale e di costume di cui è direttore artistico per l’associazione Hai visto Mai? e che torna a Pesaro dal 24 al 26 giugno.Tre giorni di documentari, libri, incontri, quest’anno sul fil rouge di temi come terrorismo e immigrazione, più un’anteprima con Zingaretti stesso a recitare “Stronzate”, monologo scritto con Giuseppe Cesaro, che, dice, “potrebbe essere una tappa di avvicinamento per un testo teatrale: “Quante inesattezze si leggono sui giornali, quanta disinformazione voluta, quante stupidaggini vengono prese per buone anche da persone colte”.
Nel programma della rassegna, presentato oggi a Roma insieme al sindaco di Pesaro Matteo Ricci, 9 documentari, scelti tra oltre 200, in due sezioni competitive: PesaroDocFest e Giovani documentaristi, per i talenti under 26. Si va dagli 88 giorni nelle farm australiane di Matteo Maffesanti al femminicidio di Masoumeh dell’iraniana Sona Moghaddam e poi gli errori giudiziari di Non voltarti indietro di Francesco Del Grosso o l’amicizia tra due ragazzine israelo-palestinesi di Almost Friends di Nitzan Ofir. Due anche i concorsi collaterali, Hai visto mai che a Pesaro… e Pesaro Street Art & Graffiti Contest. Tra gli incontri, Paolo Mieli, Pio D’Emilia, Diego Bianchi, Maurizio Molinari, Corrado Formigli, il generale Franco Angioni, Cesare Bocci e la moglie Daniela Spada. Più una carrellata dei documentari vincitori di questi 10 anni di festival e Fuocoammare di Gianfranco Rosi.
“Dopo 10 anni non so se faccio bene il direttore artistico”, dice Zingaretti, reduce dal set di due nuove puntate del Commissario Montalbano e pronto, a ottobre, a riprendere la tournée di ‘The pride’. “Sono mosso da un gran passione, non prendo alcun emolumento – prosegue – Tutto è iniziato per scommessa, quando girai il mio primo documentario da regista, in Uganda per Amref. Mi resi conto delle grandi potenzialità di questo genere. In un mondo che corre sempre più veloce, ti permette un momento di riflessione e verifica delle fonti. E ti porta a conoscere realtà che mai avresti immaginato, come il vincitore di qualche anno fa, con una storia tutta girata su una nave cargo. E’ importante sapere cosa succede nel mondo, ma anche conoscere mondi diversi. E sì, mi piacerebbe girare un terzo documentario”.
La 23ª edizione del Festival, dal 7 al 15 dicembre, celebra Glauber Rocha e Francesco Guccini, accende i riflettori sul cinema indipendente e affronta temi di attualità come il gender gap nel settore cinematografico
In programma una Masterclass di Enzo d’Alò e la proiezione del restauro di Vito e gli altri di Antonio Capuano, realizzato da Cinecittà
Tra i protagonisti Michele Placido, Francesco Costabile, Bruno Bozzetto, Marianna Fontana, Marco Amenta. In programma la proiezione del restauro di Milano Calibro 9
La cineasta tedesca riceve la Laurea Honoris Causa all’Università di Firenze e si racconta sul palco in un dialogo a tutto campo con Piera Detassis