LUCA GUADAGNINO

VIDEO: Tilda Swinton- intervista

Luca Guadagnino (The Protagonists) torna a Venezia, nei Nuovi Territori, con una prova di vampirismo attore-regista applauditissima in Sala Perla da un pubblico addirittura entusiasta. The Love Factory – prodotto dai giovani Marco Morabito e Massimiliano Violante insieme a Fabrizio Mosca, Tele+ e Cinecittà Holding – è in realtà un autoritratto di Tilda Swinton. L’icona di Derek Jarman, l’Orlando da Virginia Woolf: bellezza delicata e androgina capace di incredibili trasformismi, attrice-autrice, che scopriamo filosofa nel corso di questa intervista registrata all’Hotel Majestic di Cannes in un pomeriggio del 2002, un close-up a luce radente e pensieri taglienti. Un piccolo cenacolo mediatico di amici, anche: al microfono c’è Valentina Cervi, mentre tra Luca e Tilda la complicità iniziò molti anni fa, quando lui, studente di cinema, andò all’arrembaggio al Palazzo delle esposizioni di Roma per proporle un progetto. “Da allora, tra noi, valgono le tre f: fellowship, friendship, fun”.
Il titolo, The Love Factory, viene da una lunga definizione di cos’è l’amore, un rapporto molteplice, plurale e attivo, “farsi”. Ma la semplice saggezza di Tilda sfiora anche la recitazione come performance che non andrebbe ripetuta e la solitudine come chiave della vita spirituale e sociale. Con sconfinamenti ed eloquenti silenzi.
Per Guadagnino – ancora in attesa di un’opera seconda – è stata l’occasione per “catturare la bellezza come momento di pura introspezione e non banalità, la bellezza della mente nell’eleganza delle sue forme mortali”. Così già pensa a un Love Factory 2 (il primo è ricercatissimo, dal festival del cinema di ricerca di Montreal a Stoccolma) e progetta un lungometraggio insieme a lei. Del cinema italiano dice: “diviso tra arrogantissima volgarità e il voler essere piccolo anche quando è finanziariamente grande, non sa far deflagrare il dettaglio e superare i confini. Come piace a me”.