Un blog in cui un personaggio inquietante, che si fa chiamare ‘Il Maestro’, invita gli utenti a postare video di cose cattive. Le più cattive possibile. Chi avrà il maggior numero di apprezzamenti, sarà convocato per la fase finale di un concorso a premi. Quattro ragazzi devono disputarsi il primo posto sul podio. Ma il male, si sa, tende a ripresentarsi a chi lo ha fatto, con gli interessi.
Con una trama alla Saw, Luca Argentero si cimenta con il thrilling-horror, ma non come attore – a parte lo sfizio di un cameo – bensì come produttore con la sua Inside. Girato in inglese con soli 106mila euro, Evil Things – Cose cattive gode di una buona resa visiva e di una regia (a opera di Simone Gandolfo) e una recitazione al passo con gli standard internazionali. In Italia uscirà in una sola copia, che farà il giro del paese con un piano di distribuzione assolutamente indipendente: “Non abbiamo contratto, chiamiamo direttamente gli esercenti e poi contiamo sul passaparola – racconta Argentero, entusiasta del progetto – partiamo stasera dal Ritz di Asti, l’8 febbraio saremo a Imperia, il 27 a Genova, il 6 marzo a Torino, il 30 a Milano. Le date si aggiornano continuamente e le trovate sul sito http://cosecattive.net“.
Sito che è stato anche al centro dell’originale – e anche un po’ rischiosa . operazione di marketing che ha lanciato la pellicola: “Abbiamo aperto un blog – spiega ancora il produttore – modellato sulla base di quello che è al centro dell’azione del film, invitando gli utenti a postare le cose più cattive che potessero trovare. Ovviamente, dovevamo stare attenti e sono arrivate anche cose molto ‘strane’, ma avevamo un ottimo filtro nella società che si è occupata della gestione. Inoltre la polizia postale ci ha dato una grossa mano e i consigli necessari a non creare situazioni di emulazione e, in definitiva, a non finire in galera noi. Ci siamo appoggiati sul diritto di cronaca, tutti i contenuti apparsi sul blog, anche i più allucinanti – da atti di bullismo a un video di un teppista che picchia un barbone – erano comunque già apparsi su altri siti. Al giorno d’oggi, con gli smartphone, chiunque può fare cronaca anche di questo tipo. Qualche contenuto lo abbiamo creato ad hoc, come i video dei protagonisti che poi si vedono nel film, ma per un periodo gli utenti – siamo arrivati a un milione e mezzo di contatti – hanno presupposto che il ‘Maestro’ esistesse davvero. Inizialmente volevamo proprio chiudere il blog con un messaggio ‘ufficiale’ della polizia postale, ma legalmente era troppo complicato, per cui abbiamo semplicemente virato il pubblico verso il sito ufficiale del film, ed è stata una fase molto delicata. E’ anche un modo di riflettere sulla gioventù di oggi: dare in mano un PC con una connessione a un ragazzino equivale quasi a dargli una pistola. In rete trovi di tutto. Pensiamo che per accedere a YouPorn, il motore di contenuti pornografici più famoso al mondo, l’unico filtro è una finestra con una domanda: ‘Sei maggiorenne?’. Cliccando ‘Sì’, si accede. Basta che tuo figlio vada a casa di un amichetto con genitori un po’ meno attenti di te”.
“Sono sempre stato un ragazzaccio – commenta invece il regista Gandolfo – anche se non ho mai ucciso nessuno. Da adolescente facevo cose sbagliate sapendo che erano sbagliate, ma ho l’impressione che oggi stiano venendo meno anche quei paletti che stanno lì apposta per darci un freno. Magari li infrangi, ma ci sono. Ho sentito di due ragazzini di Vigevano che hanno massacrato un coetaneo per 50 euro di fumo, ne hanno seppellito il corpo in giardino e poi si sono messi a giocare alla Playstation. E quando i carabinieri sono poi andati a prenderli, uno di loro ha chiesto pure se poteva entrare nell’arma, perché quello era il suo sogno”.
“Ma volevo farla io una cosa cattiva – chiude Argentero – volevo interrompere la proiezione stampa prima del finale. Ma non me l’hanno lasciato fare”.
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