Sarà presentato in prima mondiale nel Concorso italiano al 62. Festival dei Popoli (20-28 novembre 2021) il più antico festival internazionale del documentario d’Europa, los Zuluagas, opera prima di Flavia Montini, il racconto eccezionale di una vicenda familiare unica. Al centro un figlio ostaggio di una storia troppo ingombrante, e un incredibile archivio di immagini, filmati amatoriali, foto, articoli, servizi televisivi, dove interrogare la sua storia di bambino, e riannodare i fili di un dialogo complicato e interrotto con due genitori in prima linea nella Storia, ma per ragioni diverse distanti dalla sua. Un racconto d’archivio e di emozioni, di cronaca e intimità, di guerriglia e liberazione personale. Un documento che si fa avventura.
Esordio nel lungometraggio di una regista classe 1983, scritto dalla stessa autrice con il protagonista, Juan Camilo Zuluaga Tordecilla e con Anita Otto, il film vede la produzione di una realtà giovane e già proiettata a livello europeo come FilmAffair, e un’unione di storici marchi come AAMOD, Rai Cinema, Intramovies e Cinecittà. In coproduzione con Inercia Peliculas e con la distribuzione nelle sale prevista per il 2022 con Cinecittà.Los Zuluagas, per la vicenda che racconta e il timbro con cui viene affrontata, è patrocinato da Amnesty International.
Protagonista è Camilo, 35 anni, figlio dei guerriglieri colombiani Bernardo Gutierrez Zuluaga e Amparo Del Carmen Tordecilla, che torna nel suo paese d’origine dopo 25 anni di esilio in Italia. Nel tentativo di comprendere le scelte radicali dei suoi genitori, si immerge nell’archivio di famiglia. Straordinari film amatoriali e scritti privati rivelano conflitti mai sopiti e memorie dolorose. Quelle di un padre, comandante rivoluzionario, che ha sacrificato tutto in nome della lotta politica, ma che ha visto il suo sogno di giustizia svanire. Quelle di un figlio, cresciuto all’ombra di un uomo carismatico ma ingombrante, incapace di accogliere i bisogni di un bambino. Quelle di una madre. Un fantasma che agita i sonni di Camilo da quando aveva 5 anni. Un’occasione unica per dar vita a un dialogo impossibile, a lungo desiderato ma mai veramente avvenuto.
“Sulla base della fiducia reciproca Camilo ha deciso di affidarmi la sua storia e di consegnarmi l’intero archivio familiare – dichiara Flavia Montini – i suoi diari, l’autobiografia del padre, il ritratto della madre, fotografie e ritagli di giornale… ma soprattutto decine e decine di video in cui, sorprendentemente, immagini di vita privata si alternavano a scene di militanza politica e guerriglia in Colombia, eredità di un padre, comandante di un esercito rivoluzionario e cineasta amatoriale. Immergersi nell’archivio è stata un’esperienza intima, un viaggio che ho compiuto con cura, delicatezza ed empatia. Avvertivo una responsabilità enorme”.
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