La 12esima edizione di Culinary Cinema, la rassegna di cinema e cucina della Berlinale, si svolgerà sotto il motto “Life Is Delicate” dal 18 al 23 febbraio. Quest’anno saranno presentati un film di finzione incentrato sul rapporto tra cibo, cultura e politica e 9 documentari, tra cui Lorello e Brunello di Jacopo Quadri. Quadri, conosciuto come il montatore storico di Bernardo Bertolucci, Paolo Virzì, Roberta Torre e Francesca Archibugi, con Lorello e Brunello racconta la Maremma agricola lontana dal glamour degli scorci turistici, tramite lo sguardo di due contadini gemelli, che lavorano da sempre nella fattoria di famiglia, senza un giorno di pausa. Il film, prodotto da Vivo Film, Ubulibri e Rai Cinema, ha vinto la Menzione Speciale della Giuria e il Premio Cipputi 2017 – Miglior Film sul mondo del lavoro alla 35esima edizione del Torino Film Festival.
Ad aprire il programma della rassegna, The chef Flynn, il documentario di Cameron Yates che racconta la storia di Flynn McGarry, classe ’98, già chef famoso, chiamato dalla stampa newyorchese “prodigio culinario” fin dall’età di 10 anni. Lo chef alle 10 del 22 febbraio, durante la giornata “Youth Food Cinema”, cucinerà insieme ai bambini delle scuole e successivamente parlerà di alimentazione e cucina sostenibile con gli esperti. A seguire, La quête d’Alain Ducasse (The Quest of Alain Ducasse) di Gilles de Maistre, sul cuoco visionario monegasco Ducasse e il suo “Creiamo ricordi che durino”, il motto-guida nei 23 ristoranti che gestisce in giro per il mondo, premiati con 18 stelle Michelin. Our Blood is Wine di Emily Railsback, invece, racconta il tentativo di rianimare la coltivazione tradizionale delle viti in Georgia, andata perduta durante il regime sovietico. Mentre il road movie Cuban Food Stories di Asori Soto riscopre le tradizioni culinarie cubane, trascurate per molto tempo. Dopo aver partecipato nel 2016, il regista Eric Khoo torna a Culinary Cinema con il suo nuovo film di finzione – unico della sezione – Ramen Teh, ambientato nella città multietnica di Singapore, dove il cibo fa da tramite per conservare ricordi dolorosi, ma anche per raggiungere la riconciliazione.
Le proiezioni a tarda notte esploreranno molti aspetti del cosmo culinario all’insegna di uno sguardo politico ed ecologico: The Green Lie di Werner Boote smaschera i metodi, talvolta sottili e spesso grossolani, di “greenwashing” con cui le aziende ingannano i consumatori. In The Game Changers del premio Oscar Louie Psihoyos, invece, gli atleti mostrano come sia possibile mantenere un peso adeguato e un corpo sano senza mangiare carne. E Patrimonio di Lisa F. Jackson e Sarah Teale si pone sulla stessa scia, raccontando di come un gruppo di messicani riesce a proteggere il proprio villaggio da un’acquisizione da parte di un’impresa di costruzioni statunitense. Soufra di Thomas Morgan ci porta, invece, in un campo profughi libanese, dove un gruppo di donne riesce a organizzare un camion di cibo e a uscire dal campo.
Dopo ogni proiezione, eccetto quelle notturne, si terrà un banchetto organizzato da uno chef stellato proveniente dal Paese di riferimento del film e durante il “TeaTime” alle 17,00 del 19 febbraio, il motto di quest’anno del cinema culinario sarà interpretato dal punto di vista della gastronomia, della medicina e della chimica. Lo chef de cuisine Thomas Bühner, il medico Thomas Ellrott e il fisico Thomas Vilgis daranno consigli teorici e pratici e degustatori dal loro “Show di cucina scientifica – T to the Power of Three”, che hanno sviluppato all’Università di Osnabrück.
In Panorama saranno presentati Dafne, opera seconda di Federico Bondi e il documentario Selfie di Agostino Ferrente. Il nuovo progetto di Irene Dionisio La voce di Arturo è stato selezionato da Berlinale Talents e da Script Station. In Coproduction Market il nuovo progetto di Thanos Anastopoulos Seconda casa
In anteprima europea nella sezione Panorama Skin di Guy Nattiv, la vera storia di Bryon Widner, fanatico naziskin redento appartenente ad una feroce famiglia di skinheads. Interpretato da Jamie Bell, il film è stato presentato al Toronto International Film Festival dove ha vinto il Premio Fipresci della Critica
La Retrospettiva della 69ma edizione della Berlinale adotta come tema le donne registe, tra il 1968 e il 1999. “Grazie ad attiviste come Helke Sander, Ula Stöckl e Jutta Brückner – dice il direttore uscente Dieter Kosslick – le registe donne hanno preso confidenza, e noi abbiamo molto a cuore l’uguaglianza di genere nel cinema di oggi”
Il direttore della Berlinale ha ricevuto una medaglia speciale a Telluride, ed è stato definito come “un eroe del cinema che preserva, onora e presenta grandi film”. Precedentemente il riconoscimento era andato a Criterion Collection, HBO, Ted Turner, Stanley Kauffmann, Manny Farber, Pierre Rissient, Leonard Maltin, Serge Bromberg and the UCLA Film & Television Archive