Lo Cascio noir per Roberta Torre

Freddo, controllato, incapace di donarsi se non in scena ne La vita che vorrei, Luigi Lo Cascio è legato a quel ruolo e quel film. “E’ una sintesi felice tra cinema concettuale e vita, ha una bella trama e i tempi di una sinfonia. Non a caso si ispira a un classico melodramma come La Traviata”. A Berlino, con Giuseppe Piccioni e Sandra Ceccarelli, l’attore siciliano non se la sente di dare addosso a nessuno per un film che avrebbe forse meritato di più. “E’ un film onesto e non c’è bisogno di fare polemiche”. A Berlino era già stato per gli European Film Awards, gli Efa, ma mai al festival. È curioso di vedere le reazioni della sala di Panorama e intanto racconta che sta lavorando a una versione teatrale di un racconto di Kafka, La tana, un monologo che porterà in scena a Prato. “Kafka è il mio scrittore preferito, con Dostoevskij, Gadda e Calvino. Volevo lavorarci già cinque anni fa, poi è arrivato il cinema e mi ha distolto da questo progetto in cui sto mettendo molta energia: questo scrittore mi induce addirittura variazioni fisiche, a volte mi stende a terra, come collassato”. Nel frattempo nella sua storia, che si è incrociata spesso con gli stessi autori, da Piccioni a Marco Tullio Giordana, ci sono altri due film: La bestia nel cuore di Cristina Comencini, con Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro, in cui è un professore di letteratura greca sposato con un’americana, e Mare buio di Roberta Torre, che lo vede accanto alla francese Anna Mouglalis. “E’ un poliziesco che sta nascendo dagli incontri con la regista e attraverso un approfondimento comune della sceneggiatura.