Grande evento di preapertura della Festa del Cinema il 14 ottobre, nelle sale del Teatro dell’Opera di Roma, con l’anteprima de La prima donna, nuovo film doc di Tony Saccucci (Il pugile del duce), con protagonista Licia Maglietta, sulla vicenda dimenticata, ritrovata e clamorosa di Emma Carelli: diva assoluta del teatro d’opera, osannata in tutto il mondo nei primi del ’900, e una delle prime donne manager italiane, direttrice del Teatro Costanzi (l’odierno Teatro dell’Opera di Roma) dal 1912 fino al 1926.
Soprano acclamata in Italia, in Europa, fino in Sudamerica, riuscì a trionfare anche come impresaria in un ambiente dominato esclusivamente da uomini portando nel suo teatro, per la prima volta in Italia, Picasso, i Balletti russi, i Futuristi. Popolarissima e insieme innovatrice, carattere indomito, libera, emancipata, sin da giovane manifestò un’indole tale da farle tenere testa a colleghi più maturi, ai concorrenti degli altri Teatri, addirittura all’autorità massima e temuta del maestro Arturo Toscanini. E al capo del nuovo regime, Benito Mussolini. Molto, tanto, troppo, per una donna in quegli anni. Arrivata allo zenit della considerazione pubblica, Emma Carelli inizia durante il fascismo a subire contraccolpi dalla sfera privata e da quella politica. Nel 1926 il Governo la estromette improvvisamente dalla direzione del suo teatro, perché – recita un resoconto redatto dalla polizia segreta fascista – “come donna ha sviluppato un carattere indipendente che le fa assumere atteggiamenti di superiorità verso chicchessia”. Nell’Italia che si avvia verso il regime autoritario Carelli vede la fine del suo teatro e del suo matrimonio. Della sua parte di protagonista nel mondo dello spettacolo. Muore in maniera cruenta nel 1928, l’anno che registra il maggior numero di donne suicide nella storia d’Italia.
La sua storia, di disparità e violenza di genere, nascosta negli archivi per decenni, torna alla luce con questo film, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Teatro dell’Opera di Roma, che racconta questa storia attraverso documenti originali e inediti, testuali, fotografici e sonori; preziose immagini di importanti archivi nazionali ed esteri, primo tra tutti l’immenso Archivio storico Luce; film del cinema muto usati come materiale narrativo e riprese originali dentro il tempio del Teatro dell’Opera di Roma.
Emma Carelli è interpretata da una straordinaria Licia Maglietta, che riesce a farci sentire, vedere e vivere come fosse una presenza viva, l’arte e la donna mai vista e conosciuta, esaltata dal suo talento, osannata dal suo pubblico, estromessa da un potere che non poteva accettare che una donna potesse occupare una posizione preminente e farlo con indipendenza di giudizio e potere. Qualcosa che non può non riportarci al dibattito attuale sulla disparità di genere, sulla violenza di genere e sulla lotta per denunciarla, riaffermata di recente con forza mediatica proprio dal mondo dello spettacolo. Su quanta strada manchi ancora per una parità di trattamento che dipenda solo dai meriti.
Parola al premio Oscar Ron Howard, regista di Pavarotti, documentario biografico in Selezione Ufficiale alla Festa di Roma 2019, stasera in prima serata su Rai Uno: materiale familiare inedito, interviste originali, tra cui a Nicoletta Mantovani, alle tre figlie e alla prima moglie, e a Bono Vox, un racconto franco e celebrativo, intimo e pubblico
Bilancio positivo per il festival dedicato ai ragazzi, che ha registrato un incremento del 29% alle biglietterie, 6000 biglietti in più rispetto al 2018. "Nel tempo siamo riusciti a costruire un rapporto diretto e autentico con tutto il pubblico, partendo dalle scuole, fino ad arrivare agli accreditati e alla critica". Così dichiarano i direttori Fabia Bettini e Gianluca Giannelli
Il premio è stato consegnato ai due registi belgi durante la 17ma edizione di Alice nella Città da Angela Prudenzi, Francesca Rettondini e Cristina Scognamillo
CECCHI GORI - Una Famiglia Italiana: dopo la mostra fotografica, la Festa ospita il documentario, per la regia a quattro mani di Simone Isola e Marco Spagnoli, prodotto da Giuseppe Lepore per Bielle Re, che ha curato la realizzazione dell’intero progetto dedicato alla dinastia che ha fatto grande parte del cinema italiano