L’incredibile Rin Tin Tin, la star che lavorava per 1000 dollari a settimana

Alla storia del pastore tedesco più amato della storia del cinema, protagonista di ben 26 film per la Warner Bros


È il 5 aprile 1956 quando sull’unica rete Rai fa il suo esordio un cane che avrebbe fatto la storia della tv e del costume. È Rin Tin Tin, serie televisiva americana destinata a un pubblico di ragazzi. Atmosfere western per un racconto che vedeva protagonisti il piccolo Rusty, interpretato dall’attore Lee Aaker: un orfano “adottato” dai soldati di Forte Apache. Insieme al suo cane, il pastore tedesco Rin Tin Tin, si scontrava con nativi americani (che allora si chiamavano grossolanamente “indiani”), animali selvaggi e banditi al grido di “Yahoo Rinty”.

Ogni episodio – in tutto erano 164 di 25 minuti ciascuna – si apriva con gli squilli di tromba della sigla e si chiudeva con una risata dopo lo scampato pericolo. La serie fu un trionfo di pubblico, tanto da essere replicata più volte. Conquistò più generazioni di bambini perché il vero, originale pastore tedesco Rin Tin Tin era, infatti, noto già dagli anni Venti.

L’inizio della storia

Rin Tin Tin probabilmente sarebbe stato un cane da guerra tedesco se la battaglia della primo conflitto mondiale vicino a Saint-Michel fosse andata diversamente. Nel settembre del 1918 gli Alleati sfondarono la linea germanica nel nord-est della Francia. I soldati tedeschi evacuavano la zona, mentre alcuni uomini furono mandati a perlustrare la campagna per vedere cosa restava. Tra le scoperte impreviste: una mamma cagnolina e i suoi cinque neonati abbandonati in una fatiscente stazione.

A Lee Duncan, un militare californiano, gli si strinse il cuore nel vedere quella cucciolata lasciata indietro dagli uomini e destinata a morte certa. Con l’aiuto di un amico, li riportò alla loro base. Decise di prendersi cura di loro e di assicurarsi che la madre avesse abbastanza cibo in modo che i figli potessero allattare. Quando i cani furono svezzati, Duncan scelse per sé un maschio e una femmina (destinando gli altri tre cuccioli ai commilitoni). Chiamò i suoi cani Rin Tin Tin e Nanette, in onore dei piccoli ciondoli portafortuna che i bambini francesi realizzavano e regalavano ai soldati. Quando i combattimenti finirono e le truppe stavano tornando negli Stati Uniti, Duncan convinse un superiore ad aiutarlo a ottenere il permesso di portare Rinty e Nanette a bordo della nave.

Rinty supera ogni ostacolo

Una volta negli Stati Uniti, Duncan si fermò a New York e trovò una donna che allevava pastori tedeschi che accettò di tenere i cuccioli finché non fosse stato pronto per viaggiare in California. Nanette si era ammalata a bordo della nave. Nonostante le buone cure dell’allevatore, il cane morì di cimurro nel luglio del 1919. Quando Duncan arrivò per recuperare i suoi cuccioli, l’allevatore gli diede un cane sostitutivo dalle sue cucciolate. Questo cane divenne Nanette II.

Duncan portò Rin Tin Tin e il nuovo cucciolo a casa nel sud della California, viaggiando in treno. Tornò al suo lavoro in un negozio di articoli sportivi dove il proprietario organizzava spesso battute di caccia per clienti facoltosi. Duncan, che aveva lavorato con i cani da caccia prima della guerra, divenne una delle guide regolari. Dedicava il suo tempo libero all’addestramento dei suoi pastori tedeschi mostrando un notevole talento nel farlo.

Rinty era un bel cane, atletico e coraggioso. Lee Duncan era molto orgoglioso di lui e iniziò a condurlo alle mostre canine. Un giorno partecipò ad una gara che consisteva nello stabilire quale cane riuscisse a scalare il muro più alto. Alla fine Rinty superò un ostacolo alto più di 3 metri e mezzo!  Pubblico in delirio e competizione vinta. Per coincidenza uno degli amici di Duncan era presente con un nuovo acquisto:  una telecamera che poteva filmare al rallentatore ed era ansioso di provarla. Registrò l’intera competizione, fornendo a Duncan la prova di ciò che il suo cane poteva fare.

Alla corte della Warner Bros

Nel frattempo una nuova star si era annunciata nel cinema muto. Nel 1921, Strongheart, un altro bellissimo pastore tedesco, apparve nel suo primo film, The Silent Call di Laurence Trimble. Il film fu un grande successo, battendo i record di presenze a Los Angeles. Era così popolare che i cinema lo proiettarono per otto spettacoli al giorno per 13 settimane consecutive.

Lee Duncan, orgoglioso del suo Rinty, pensò bene che questo apriva nuovi scenari per lui. E se Strongheart era così popolare, forse ad altri studi cinematografici avrebbe potuto interessare la sua star canina per film di azione e avventura.

La parte del lupo in The Man From Hell’s River era solo una piccola parte, ma Duncan sapeva che Rinty avrebbe fatto la sua figura. Erano gli albori della produzione cinematografica, quindi l’addestratore decise di scrivere la propria sceneggiatura, con Rin Tin Tin come protagonista. La consegnò alla Warner Bros. ne furono entusiasti e gli diedero il “via” per cominciare le riprese. L’esperto regista Chester Franklin fu incaricato di realizzare Where the North Begins .

Lo stesso anno, il 1923, la Warner Bros ingaggiò Rin Tin Tin come parte della loro scuderia di star. Guadagnava 1.000 dollari a settimana ed era assicurato per 10.000 dollari ed ognuno delle sue due orecchie lo era per 1000.  Avere Rin Tin Tin come star aiutò la Warner Bros  ad affermarsi. La gente amava le storie con quell’inarrestabile pastore tedesco e i cinema si riempivano, sera dopo sera.

Prigioniero dello studio system

Alla fine Rin Tin Tin realizzò 26 film per la Warner Bros. diventando allo stesso tempo un testimonial pubblicitario per vari prodotti. Ma non diversamente da altre star del cinema dei suoi tempi, il cane divo fu intrappolato nello studio system che stabiliva da contratto la sua esistenza.

E i termini contrattuali erano fortemente controllati dalla compagnia assicurativa. Rinty viveva in un canile, a quanto pare, perché Duncan credeva che fosse meglio per lui, ma gli assicuratori dello studio imponevano altre e più dure restrizioni. Poiché non volevano che vagasse libero dove avrebbe potuto farsi male, i suoi esercizi dovevano essere eseguiti a intervalli programmati su un dispositivo del tipo “ruota per criceti”.

Secondo alcuni reportage della stampa di quei tempi, la necessità di ripetere le riprese causava forte stress a Rin-Tin-Tin. Di tanto in tanto circolavano voci secondo cui nel rifare (e forse “esagerare”) una scena, finiva con il voler azzannare i suoi partner umani sul set. Quando non erano impegnati nelle riprese, Duncan faceva esibire il suo pastore tedesco più volte al giorno in spettacoli di vaudeville. Portava anche Rinty a presentazioni, tagli di nastro e nei rifugi per animali e negli orfanotrofi per sensibilizzare su alcune delle questioni sociali importanti per lui. Rin Tin Tin, praticamente, trascorreva quasi tutte le sue giornate lavorando.

Il silenzio del cane

Man mano che i cineasti divennero più abili nel realizzare film sonori, Hollywood cominciò a dimenticare i film muti. Anche se l’abbaiare di un cane interessava al pubblico, ciò che davvero voleva era ascoltare i dialoghi degli attori. Questo cambiamento tolse lucentezza alla stella dei cani e l’interesse per gli attori a quattro zampe cominciò a svanire. L’ultimo film di Rinty per la Warner Bros è stato Rough Waters nel 1930.

Il contratto con Duncan fu sciolto subito dopo. Ma l’addestratore non aveva nessuna intenzione di mollare. Modificò il suo sistema di comando in modo che Rin Tin Tin ricevesse segnali manuali e potesse apparire nei film sonori. Ma dopo un paio di programmi a basso budget, Rinty morì inaspettatamente di vecchiaia. Aveva 14 anni.

Negli Stati Uniti, la morte di Rin Tin Tin fece grande scalpore. La regolare programmazione radiofonica fu interrotta per un notiziario e più tardi, quella settimana, andò in onda uno speciale di un’ora su di lui.

Nonostante lo status di star di Rin Tin Tin, Lee Duncan attraversò momenti difficili negli anni ’30. Non poteva permettersi una sepoltura elaborata. Seppellì Rin-Tin-Tin in una bara nel suo cortile su Club View Drive a Los Angeles.

Duncan: addestratore di guerra

Alla fine di quel decennio divenne chiaro che gli Stati Uniti stessero per entrare in guerra. Alcuni allevatori di cani della costa orientale avevano da tempo sollecitato i militari a mettere insieme un corpo K-9 come quelli utilizzati in Europa durante la prima guerra mondiale. Il governo fu lento ad agire, quindi nel 1942, dopo il bombardamento di Pearl Harbor, l’allevatrice di barboncini Alene Erlanger e il suo team lanciarono un appello affinché le persone donassero i loro animali domestici alla causa della guerra.

Furoni circa diecimila gli amici a quattro zampe immolati alla causa bellica. Per selezionare e addestrare coloro che potevano essere utilizzati nell’esercito, Erlanger cercò i migliori addestratori di cani dell’epoca.  Lee Duncan erano tra questi e addestrò quasi 5000 cani per il conflitto mondiale. Morì nel 1960 dopo essere tornato ad addestrare tanti altri Rin tin tin, ovvero i discendenti del suo amato e prezioso pastore tedesco.

02 Giugno 2024

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