LINA WERTMÜLLER


“Credo nelle grandi passioni di natura civile e politica: sono stati questi i veri motori delle mie storie. I miei film parlano anche, ma non solo, d’amore”. Lina Wertmüller, autrice di grandi grotteschi sui cambiamenti del costume e della politica italiani a partire dagli anni ’60, spiega così il suo cinema. E’ appena uscito in sala il remake americano del graffiante Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, pellicola con cui la regista nel ‘74 raccontò il conflitto sociale e di passione tra l’industriale rompiscatole Raffaella Pavone Lanzetti di Milano (Mariangela Melato) e il pescatore comunista Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini). Nella nuova versione di Guy Ritchie lo scontro si gioca tra una capitalista senza scrupoli e piena di muscoli (Madonna) e un marinaio ambientalista (Adriano Giannini): un flop commerciale che ha valso alla rockstar americana e al regista, che è suo marito, cinque Pernacchie d’Oro nonché una figuraccia mediatica che ha fatto il giro del pianeta. Intanto Lina Wertmüller ha già pronta la sceneggiatura del sequel del suo film con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato trent’anni dopo: “Se qualcuno vuole finanziarlo, si faccia avanti”.

Ha visto il remake di Guy Ritchie?
No, e non lo voglio vedere. Ho ceduto i diritti per il remake a Madonna perché di lei ho grande stima. Ha avuto per prima il coraggio di prendere come nome d’arte “Madonna”, si è messa la croce al collo e ha costruito il suo personaggio sulla sua iconoclastia. Quando una donna non è bellissima e nasce Ciccone, per riuscire a fare quello che ha fatto deve essere piena di talento.

Ma la “bottana industriale socialdemocratica” si è ridotta a una “buona solo per fare borse, cinture e stivali”…
Avevano già provato a fare un remake del mio film con Sette giorni e sette notti diretto da Ivan Reitman. I due protagonisti, Harrison Ford insieme a una biondina, Anne Heche, andavano in aeroplano invece che in barca: fu un flop pure quello. Guy Ritchie all’inizio doveva girare nelle Antille poi ha cambiato idea e ha scelto le mie stesse location, Cala di Luna e la Sardegna in generale. Per di più ha scelto per il ruolo di Gennarino il figlio di Giancarlo, Adriano Giannini: strana maniera di girare un remake. Se vuoi imitare un film intero devi farlo molto bene o almeno avere un’idea diversa su quella storia.

Il film ha vinto cinque “Pernacchie d’oro”, gli anti-Oscar americani dedicati ai film più brutti dell’anno…
Quando sono andata in America qualche mese fa, sono stata letteralmente assalita dai giornalisti. Nessuno di loro aveva visto il film ma tutti erano scandalizzati dalla sua bruttezza e dal fatto che io avessi ceduto i diritti per il remake. I giornalisti amano costruire miti per poi distruggerli. Madonna, dopo la Pernacchia d’Oro, per farsi perdonare ha fatto il video della pace, ma è stato un flop pure quello.

La replica, il remake e il sequel, costellano l’intera storia della creatività artistica. La stessa figura della Madonna sarà stata riprodotta tra il Rinascimento e il Barocco migliaia di volte…
C’è una bella differenza tra il remake e il sequel. Quanto al remake io stessa ho rifatto a teatro un mio film, Film d’amore e d’anarchia ovvero stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza. In quell’occasione ho operato una trasposizione, portando in scena qualcosa di totalmente diverso: un musical europeo di carattere brechtiano con Giuliana De Sio e Elio e Le Storie Tese.
Per quanto attiene invece al rifacimento dell’immagine della Madonna entrano in gioco altri elementi: una cosa è la ripetizione di una storia, come è il caso dei copioni originali, un’altra la ripetizione di un’immagine religiosa. Qui siamo di fronte ad una storia collegata a un simbolo di fede, cioè di potere. Sia Mediaset che Rai, quest’anno, hanno prodotto e mandato in onda il loro Padre Pio con due bravi attori. Questa sciocca concorrenza non ha generato alcun tipo di reazione. Tutti hanno guardato le due fiction con lo stesso interesse e altrettanta religiosa deferenza.

Come mai questo interesse americano per i nostri grandi film?
Il cinema statunitense ci molla ogni anno una quantità incredibile di film gialli con effetti speciali e di commedie che sono rifacimenti di altre commedie. Da quelle parti, ad avere delle idee, sono rimasti in pochi: Woody Allen, i fratelli Cohen…

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27 Maggio 2003

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