Al via il 17° River to River Indian Film Festival, l’unico festival di cinema indiano in Italia, dal 7 al 12 dicembre al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50r) e dal 2 al 4 febbraio allo Spazio Oberdan di Milano.
L’edizione di quest’anno è dedicata ai diritti umani, con un focus sulle battaglie della comunità LGBT e sull’emancipazione della donna, in un Paese in cui l’omosessualità è illegale e le donne lottano quotidianamente per affermare la propria indipendenza.
Tra i temi portanti del Festival anche l’integrazione razziale, il cinema di Bollywood e un omaggio ai 70 anni dell’Indipendenza indiana dall’impero britannico, raccontati in lungometraggi, documentari e cortometraggi in concorso, eventi speciali, mostre ed eventi off, per restituire le contraddizioni della democrazia più popolosa del mondo.
Sarà l’anteprima italiana di Newton, pellicola di satira politica del regista Amit Masurkar, candidata dall’India agli Oscar come Miglior Film Straniero, ad inaugurare il Festival giovedì 7 dicembre. Una commedia noir sulla violazione dei diritti umani e sulla necessità di rafforzare la democrazia, presentata a Berlino 67, al Tribeca Film Festival e al Festival Internazionale del Cinema di Hong Kong (dove si è aggiudicato il premio della giuria), premiato con l’International Federation of Art Cinemas. Tramite le peripezie di un giovane impiegato inviato a controllare le elezioni di un villaggio nella giungla, il film racconta la corruzione diffusa nell’amministrazione politica indiana.
A chiudere il Festival, invece, sarà il regista cult della cinematografia indiana Hansal Mehta, vincitore del National Film Award for Best Direction, il riconoscimento cinematografico indiano più prestigioso. Mehta presenterà a Firenze la prima italiana del suo ultimo film Omertà, uno spaccato sul terrorismo internazionale attraverso la vita dell’estremista indo-inglese Omar Sheikh, di fede islamica, riconosciuto responsabile dell’omicidio del giornalista del ‘Wall Street Journal’ Daniel Pearl nel 2002, per il quale sta tuttora scontando la pena.
Una delle colonne tematiche portanti di questa edizione sarà l’omosessualità, in India illegale per legge, raccontata da due film, Abu e Shab – The Night, in una serata organizzata insieme al Florence Queer Festival. Arshad Khan, il direttore del Festival canadese MISAFF su LGBT e donne, presenterà (in concorso) Abu, un documentario autobiografico sul ricongiungimento dopo l’11 settembre tra un ragazzo indiano della diaspora, che vive in Canada, e suo padre, un uomo scettico e tradizionalista.
L’8 dicembre sarà la volta del film Shab – The Night, in prima italiana, di Onir, l’unico regista di Bollywood dichiaratamente omosessuale, che porta sullo schermo temi tabù, come l’Hiv, la pedofilia, la fecondazione assistita e l’omosessualità.
L’attualità tornerà con i film dedicati alla questione femminile: il 9 dicembre in anteprima italiana sarà proiettato My Pure Land di Sarmad Masud, il primo film in Urdu candidato dall’Inghilterra come Miglior film Straniero agli Oscar. La pellicola (Concorso lungometraggi), presentata dall’attrice protagonista Suhaee Abro, è un western al femminile tratto da fatti realmente avvenuti nel Pakistan rurale: la giovane Nazo, rimasta sola con la madre e la sorella alla morte del padre e del fratello, si trova a lottare contro l’assedio di una milizia di 200 banditi per difendere la propria terra.
Sempre di emancipazione femminile si parlerà in Limitless di Vrinda Samartha, un documentario in prima europea che parla dello sport come strumento che mette in discussione i tabù culturali e aiuta le donne a emanciparsi dai cliché sociali.
Nel film, 8 donne di età diversa, provenienti da varie città dell’India hanno in comune la passione per la corsa, che le aiuta a diventare indipendenti nel lavoro, in famiglia e nella scelta dell’abbigliamento quotidiano.
Di educazione sessuale, invece, si parla nel divertente documentario Ask the Sexpert di Vaishali Sinha (12 dicembre), in cui Mahinder Vatsa, ex ginecologo 93enne, famoso per avere una rubrica giornaliera sul sesso su un quotidiano di Mumbai molto letto, risponde a domande di ogni genere.
Tra gli eventi speciali, verrà presentata la prima stagione della serie web It’s not that simple (dall’8 al 10 dicembre), uno spaccato sulla vita di una giovane casalinga di città bloccata in un matrimonio insoddisfacente, che inventa strategie per realizzare la propria felicità.
Il River to River, poi, passa dall’emancipazione di genere a quella politica, ricordando i 70 anni di indipendenza dall’impero britannico con due film e un filmato in prima assoluta. Il 9 dicembre sarà la volta dell’inedito Quel giorno – morte di Gandhi di Rai Teche e del convegno dal titolo “Oltre il mito. Cosa resta del Mahatma oggi”, tenuto da Rocco Altieri del Centro Gandhi Onlus e da Fabrizia Baldissera, docente di Lingua e Letteratura Sanscrita dell’università di Firenze.
A seguire, sarà proiettato Gandhi di Richard Attenborough, il biopic dell’82 su Gandhi, interpretato da Ben Kingsley e vincitore di otto premi Oscar, che ripercorre le tappe più importanti della sua esistenza, dalla carriera di avvocato iniziata in giovane età alla morte avvenuta il 30 gennaio 1948, poco dopo l’Indipendenza dell’India.
A chiudere l’omaggio, il 10 dicembre, sarà la regista Deepa Mehta, in collegamento Skype con il Festival, che presenterà Earth, il film cult del ’98, appartenente alla Trilogia degli Elementi, ambientato a Lahore nel ’47, anno della partizione e dell’Indipendenza dell’India.
Un omaggio al cinema di Bollywood si terrà l’8 dicembre con il River to River Bollywood Party, ospite l’acclamato musicista indiano della scena inglese Indian Man, e una giornata di pellicole sul tema.
Tra i film dedicati a questa sezione, Filmisthaan, in prima europea e in concorso nella sezione Doc India, del duo Yasmin e Fazal Kidwai, presenti in sala: una raccolta di interviste su cosa rappresenti Bollywood rivolte ad alcuni personaggi famosi dell’industria cinematografica indiana, come Amitabh Bachchan, Aishwarya Rai e Shah Rukh Khan.
Tra gli eventi speciali, uno dedicato all’attore indiano Om Puri, scomparso a gennaio di quest’anno, con la proiezione della commedia East is East – Una famiglia ideale di Damien O’Donnell, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes. Ambientato a Salford, nei pressi di Manchester, agli inizi degli anni ‘70, il film narra le vicende della famiglia Khan: George, un pakistano emigrato in Gran Bretagna vive con la moglie Ella, una donna inglese, e i loro sette figli, che vorrebbero vivere come i loro coetanei locali, scavalcando le regole della tradizione pakistana imposte dal padre.
In programma anche l’animazione What is your brown number? di Vinnie Ann Bose, che tratta il tema del colore della pelle in modo attuale e divertente. Al termine delle proiezioni, il pubblico decreterà il miglior film per ciascuna sezione e il Festival si sposterà allo Spazio Oberdan di Milano con una selezione del “best of” della rassegna e con i film vincitori.
A fianco delle proiezioni, la Fondazione Studio Marangoni (Via San Zanobi 19r) ospiterà dal 7 dicembre la mostra fotografica “Instant Karma” di Wolfgang Zurborn, visitabile gratuitamente fino al 31 gennaio.
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