VENEZIA – Dopo gli ultimi due film in concorso, Un giorno speciale di Francesca Comencini e Passion, adesso si passa ai pronostici. Ma il thriller pseudo-lesbico di Brian De Palma dovrebbe restare fuori dai giochi, almeno a giudicare dalla reazione a dir poco delusa dei giornalisti. Forse il regista americano se n’è reso conto perché in conferenza stampa si diverte a prendere in giro e punzecchiare chi gli fa domande non esattamente “sdraiate”. Scherza sulla trama, dove non si capisce il limite tra sogno, delirio e realtà. E anche sull’accusa di essere rimasto fermo agli anni ’80 o perennemente impegnato a rendere omaggio a Hitchcock.
In effetti la sceneggiatura di Passion, coproduzione franco-tedesca, regge fino circa a metà film e poi si incarta cercando il colpo di scena a tutti i costi – mentre la trama è abbastanza prevedibile – e affastellando i classici elementi alla De Palma, dalla doppia identità al balletto, tra sonniferi e depistaggi, assassini che indossano una maschera, sciarpe strappate, insomma con un gran citarsi addosso. Che poi nemmeno l’idea di partenza è originale, perché Passion è il remake di un noir del francese Alain Corneau, Crime d’amour (2010). “Mi ha attirato – dice il regista, Leone d’argento per Redacted – perché ci sono due personaggi femminili molto belli, perché l’identità dell’assassino è oscura fino alla fine e perché c’è una scena di balletto e così ho potuto citare Il pomeriggio di un fauno di Debussy, che amo, mettendolo in split screen a contrasto con la scena del delitto”.
Le due donne di cui parla sono Christine, boss di un’agenzia pubblicitaria con sede a Berlino (Rachel McAdams), giovane bionda spietata e dai gusti sessuali torbidi che ama farsi bendare, e la creativa Isabelle (Noomi Rapace), insicura ma molto intelligente. Mentre Christine si attribuisce il merito di un colpo di genio di Isabelle, che ha appena inventato una campagna virale miliardaria, Isabelle, durante una trasferta a Londra, si porta a letto Dirk (Paul Anderson), uno degli amanti dell’altra, mentre la sua assistente Dany (l’attrice tedesca Karoline Herfurt) è segretamente innamorata di lei.
Tra manipolazioni a go-go, scarpe sexy e umiliazioni varie, la vicenda va verso un inevitabile omicidio a luci rosse. “Ma non è vero che le donne di questo film siano cattive – commenta il regista, che non girava da sei anni – certo, sono manipolatrici e intriganti ma anche attraenti”. Per l’attrice di Millennium, invece, “sia donne che uomini possono essere molto crudeli se ci sono in gioco competitività e potere. Quando l’unico obiettivo è vincere, è una guerra all’ultimo sangue”. E aggiunge: “Entrambe le protagoniste usano il sesso come arma più che come mezzo di contatto con gli altri. Il mio personaggio ha una sessualità bloccata con cui cerca di controllare gli altri”. Così quando bacia Christine, il suo è il ‘bacio della morte’. “Per fortuna – dice De Palma – le due attrici si conoscevano, avendo lavorato insieme in Sherlock Holmes di Guy Ritchie, così hanno abbandonato realtà rassicuranti per avventurarsi in territori pericolosi”.
Anche quelli della psicopatologia. “Nel personaggio ho espresso il mio lato oscuro, lei è come ritardata nelle sue reazioni, ne ho parlato anche con uno psichiatra per capire meglio”, dice l’ex Lisbeth Salander, ormai lanciata a Hollywood (presto la vedremo in Prometheus). Aggiunge il 72enne regista: “Per gran parte del film si pensa che l’assassino sia Isabelle, perché ha il movente più forte, ma il fatto che lei viva le cose in sogno fa pensare, allo stesso tempo, che sia innocente”. E’ italiano l’autore delle musiche, Pino Donaggio. “E’ il settimo film che faccio con De Palma – racconta – abbiamo iniziato con Carrie. Qui lo score diventa sempre più ossessivo e contorto, via via che la vicenda si incupisce. E’ un crescendo che accompagna le azioni del thriller”. Mentre per il cineasta di Doppia identità , “Donaggio sa come comporre il tipo di musica horror-onirica che mi serviva. Anche se non abbiamo lavorato insieme per 22 anni, lui mi conosce molto bene e dopo avergli dato un semplice suggerimento ha realizzato del materiale incredibile”.
Ma Donaggio non è certo l’unica presenza non americana, anzi il film è europeo al 99%, se si esclude il regista. “In Europa – dice Brian De Palma – ci sono grandissimi talenti e puoi lavorare con un budget ragionevole. Mi sono allontanato da Hollywood dopo aver realizzato Mission to Mars che è costato 100 milioni di dollari, il film più costoso che io abbia mai fatto. Invece adesso possiamo girare in digitale a costi bassi e questo può rivelare talenti più personali”. Intanto il suo Carrie sta per avere un remake, ma non sarà lui a dirigerlo.
L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia
Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre
La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk