CANNES – È stata una “corsa furiosa” quella che si è conclusa ieri con una standing ovation di quasi sette minuti, dopo la prima assoluta di Furiosa – A Mad Max Saga, nell’Auditorium Lumière del 77° Festival di Cannes. Lo stesso regista George Miller ha ammesso di avere terminato il film appena due settimane e mezzo fa, giusto in tempo per essere presentato fuori concorso al pubblico della Croisette.
A nove anni di distanza da Mad Max: Fury Road, questo attesissimo prequel è un progetto il cui vertiginoso costo di 168 milioni di dollari è secondo solo alla sua ambizione. Furiosa non è un film che vuole ripetere semplicemente ciò che è già stato fatto, ma portare qualcosa di nuovo e soprattutto di diverso. E ogni centesimo speso è servito a restituire e innovare quel look visionario che ha reso il film del 2015 un cult istantaneo, ancora più della trilogia originale con Mel Gibson. “Tutto quello che si vede in scena serve la storia – dichiara Miller – ogni costume, ogni prop, ogni veicolo è una estensione del personaggio. C’è una forte connessione tra l’estetica del veicolo e quella del personaggio. Lo stesso vale per le location, ci deve essere una progressione. Non c’è niente di casuale. Ne abbiamo discusso infinitamente. C’è una coerenza in tutto, in ogni gesto, in ogni scelta di trucco e parrucco”.
Una delle critiche che i detrattori facevano a Fury Road era l’eccessivo focus sull’azione, la trama minimale, i personaggi poco caratterizzati. In Furiosa, Miller fa esattamente l’opposto. Il regista australiano costruisce un revenge movie che strizza l’occhio all’epica classica e che ruota interamente sul carisma di un’eroina tragica, determinata come Antigone, inarrestabile come un’amazzone. “Non c’è gusto nel ripetersi. Sono guidato dalla curiosità. Ogni storia è diversa e c’è una grande differenza tra questa e Fury Road, in cui tutto accade in tre giorni e due notti. Furiosa è una saga che copre 18 anni, in cui abbiamo l’occasione di vedere una bambina crescere in un mondo estremo fino a diventare una sorta di guerriera mitica”.
La struttura narrativa di questo nuovo film è complessa e solida, con una divisione in capitoli che ci porta in un’avventura dal respiro molto più ampio. Un film d’azione che si concentra sui caratteri, portandoci a scoprire il lungo e travagliato percorso di vendetta dell’iconica guerriera Furiosa, in uno step fondamentale per arrivare alla scelta che prenderà all’inizio di Fury Road. “Dovevo immergermi nel personaggio con tutta me stessa, dovevo immergermi in questa atmosfera di violenza costante. – dichiara Anya Taylor-Joy che interpreta la Furiosa adulta, ereditando il personaggio da Charlize Theron – Per fortuna ad aiutarmi c’è stata mia sorella, che è anche la mia migliore amica. Mi ha seguito a ogni passo, mi ha fatto sentire amata e protetta, mi ha confortato e incoraggiato facendomi capire che ce la potevo fare. E poi devo ringraziare gli stuntmen, che sono stati fondamentali, li adoro”.
Oltre al ritorno più o meno marginale di alcuni personaggi, in Furiosa è cruciale il ruolo dell’antagonista Dementus, interpretato da Chris Hemsworth. Tutto il film ruota intorno al desiderio di vendetta che Furiosa nutre nei suoi confronti, portandola a intraprendere un percorso interiore lungo e difficoltoso almeno quanto quello che deve compiere sugli asfalti desertici delle terre desolate. “Abbiamo discusso molto con George per trovare l’umanità di questo personaggio. – afferma Hemsworth – Ci sono questi brillanti momenti di vulnerabilità in cui capisce di essere un prodotto delle terre desolate. Ha sofferto tremendamente, ha avuto un passato traumatico. Questo non giustifica le sue orribili azioni, ma capendo tutto ciò, riesci a legarti al suo desiderio di sopravvivere. Il personaggio ci porta nel suo dualismo, nelle sue contraddizioni che, si spera, siano anche sorprendenti”.
Mai come ora la saga di Mad Max si caratterizza per il suo essere orgogliosamente australiana. A partire da Hemsworth, australiano di origine, tutti i membri del cast hanno, infatti, parlato con un accento locale, rendendo ancora più vivida la sensazione che questo mondo tragico e violento sia direttamente collegato al nostro. Il tutto, però, senza dimenticare il piacere e la gioia del “cinema puro”, l’unica vera direzione a cui tende George Miller. “Nel paese dove sono cresciuto non c’era la televisione. Non c’era Internet. – racconta – C’erano solo la scuola, i fumetti e la matinée del sabato. Il cinema in città era come una cattedrale laica. Andavamo lì e vedevamo un cartone animato, cinegiornali, un serial e due lungometraggi. Per il resto del tempo abbiamo avuto la fortuna di giocare. Abbiamo giocato attivamente, realizzando le cose in base a ciò che abbiamo visto nei film. Raccogliere i coperchi dei bidoni della spazzatura per sembrare cavalieri. Credo che ora sto continuando a far più o meno la stessa cosa”.
Dopo il roboante capolavoro action di Fury Road, a quasi 80 anni, George Miller è riuscito a trasformare la sua storica saga post-apocalittica in qualcosa di ancora diverso: un’avventura epica, che cita i miti antichi e prova a crearne di moderni, intrecciando la vera storia dell’umanità con quella del suo universo narrativo, grazie a un’unica e tragica costante: la guerra. Insomma, l’orizzonte di Mad Max, per quanto desertico, non è mai stato così ampio. “Ci sono sicuramente altre storie lì” ha ammesso Miller, facendo riferimento al background che ha creato per Furiosa e Max. E noi non vediamo l’ora di farcele raccontare.
Il regista brasiliano torna a girare nel suo paese e presenta a Cannes 77 la storia di un triangolo amoroso ambientata in un Motel
Il film è spirato da uno dei fatti di cronaca francese più importanti degli ultimi anni
Il film è stato pensato come un tenero romanzo iniziatico per lo spettatore. Un'esperienza sensoriale, collettiva e unica
Il film indiano All We Imagine as Light, vincitore del Gran Prix a Cannes 2024, fa parte del lungo elenco dei TFL FILM