Per gentile concessione dell’Ambasciata di Francia pubblichiamo un estratto del discorso pronunciato ieri dall’ambasciatore, Mr. Jacques Blot, durante la cerimonia per il conferimento della Legion d’Onore a Ettore Scola
Caro Maestro Ettore Scola, è con gioia, emozione e orgoglio che le dò il benvenuto oggi a Palazzo Farnese, non soltanto a nome delle autorità francesi che rappresento, ma anche a nome di quell’altra sua somma patria che sono i cinefili del mondo intero. Basta guardarci attorno oggi per capire che questa cerimonia è innanzi tutto una festa della famiglia del cinema.
Lei ne è d’altronde uno dei più grandi rappresentanti. Lo testimonia il fatto, e potrebbe essere questo il più semplice e insieme il migliore degli elogi, che lei figura da molti anni nel Petit Larousse, la prima fonte di sapere di noi francesi. Accanto al suo nome, nello stile laconico dei dizionari, si legge: SCOLA (Ettore), cineasta italiano (1931). Raccorda la commedia e la critica sociale. Segue la lista dei suoi principali film.
E alla voce “Cinema” il suo nome figura accanto a quelli di Visconti, Rossellini, Fellini, De Sica, Antonioni, a quella generazione gloriosa del cinema italiano che resterà unica nella storia, accanto a quella dei maestri della commedia italiana di Mario Monicelli e Dino Risi, di attori immensi come Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Massimo Troisi e Alberto Sordi, e di sceneggiatori come Age, Scarpelli e il suo sceneggiatore di sempre, il suo complice numero uno, Ruggero Maccari.
Tutti loro l’hanno profondamente aiutata e amata, le hanno dato fiducia perché credevano nel suo talento, ma anche perché lei è dotato di quella incomparabile qualità che è l’essere continuamente all’ascolto dei suoi contemporanei, delle loro storie, delle loro gioie così come delle loro tragedie.(…)
Tra i paesi a cui si è sempre sentito vicino, la Francia occupa un posto privilegiato. Sempre ha manifestato un vivo interesse per la vita culturale del nostro paese, un interesse per cui cerchiamo ora, con gratitudine ed emozione, di ringraziarla e che avevamo già manifestato conferendole nel 1983 il titolo di Commendatore delle Arti e delle Lettere.
Con la Francia e con società francesi lei ha realizzato una dozzina di coproduzioni, ma indipendentemente da queste, lei ha affidato a tre o quattro generazioni di attori francesi ruoli magnifici e di primo piano, regalando loro la possibilità di girare, con i suoi film, momenti d’antologia del cinema. (…) Basterebbe pensare a Jean-Louis Trintignant sceneggiatore depresso nella Terrazza (1980) o a Fanny Ardant, meravigliosa, pianista condannata alla solitudine sentimentale ne La famiglia (1987).(…)
Sappiamo che onorandola, onoriamo un amico della Francia, e nello stesso tempo onoriamo il cinema che lei ha servito, con immenso talento, tutta una vita.(…)
Per i capolavori che ci ha regalato, per quel suo ineguagliabile sguardo sulla nostra società e la sua storia, per la qualità e la solidità dei legami che intesse con il cinema francese e con la Francia, siamo stati e saremo sempre spettatori fedeli e appassionati. E siamo felici e fieri che la Francia oggi la onori.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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