La proposta di modifica della legge regionale n. 2 del 2012 sullo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo inizierà ad essere esaminata in commissione Cultura del Consiglio regionale del Lazio dal 26 settembre. E’ quanto ha annunciato questa mattina il presidente della V commissione, Eugenio Patanè (Pd), al termine della seconda audizione tenutasi alla Pisana. ”Dopo le audizioni in Giunta e in Commissione possiamo considerare esaustivo il quadro delle indicazioni e dei suggerimenti da parte operatori del settore. Siamo in condizione di iniziare l’esame dell’articolato da giovedì prossimo”.
Il termine per gli emendamenti è stato fissato per martedì 24 alle 16, mercoledì mattina per i sub-emendamenti.
Questa mattina in commissione Cultura sono stati ascoltati Maurizio Sciarra dell’Associazione 100Autori, Martha Capello di AGP (Associazione giovani produttori), il giornalista di cinema Andrea Piersanti e Sabina Russillo di Cna Cultura e Spettacolo. Unica voce in dissenso sulla proposta di abolizione del Centro regionale per il Cinema e l’Audiovisivo contenuta nella proposta di legge regionale, tra quelle ascoltate stamane, è stata quella di Piersanti, il quale ha anche chiesto siano chiariti i compiti della Film Commission in cui la Regione intende rientrare. Sciarra (100Autori) ha invece plaudito alla cancellazione del Centro, invocato il mantenimento dei controlli di efficacia sugli interventi regionali, chiesto di abbandonare il concetto di ”cinema di interesse regionale”, di agevolare la nascita di consorzi e reti di impresa nonché di rivedere la definizione di ”produttore indipendente”. Capello (Agp), da parte sua, ha ritenuto opportuno che la legge sia modificata, ma ha invitato a mantenere l’automatismo dei contributi, a rivedere la definizione di start up, abbandonando il criterio dell’età dell’impresa e introducendo invece un criterio legato alle opere prime o seconde prodotte. Sempre Agp ha sollecitato l’introduzione nella normativa della definizione di ”coproduzione internazionale minoritaria”. Cna, infine, ha chiesto che la ”nuova” Film Commission operi a sostegno ”anche” delle produzioni italiane, che si fissino criteri per l’accesso ai fondi, che si sostengano maggiormente le reti di impresa, che ci sia certezza nei tempi delle delibere e soprattutto dell’erogazione dei fondi evitando ad aziende bisognose di sostengo di dover pagare interessi passivi.
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