Le principali associazioni AGICI (Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti), CNA Cinema, ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici), WGI (Writers Guild Italia), SNCCI (Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani), AFIC (Associazione Festival Italiani di Cinema), CNC (Centro Nazionale del Cortometraggio) hanno inoltrato una proposta a sostegno dei criteri artistici nel rispetto dell’eccezione culturale riguardo alla Legge Cinema.
“Nella puntata di Report Che spettacolo! – si legge nella nota – in replica lunedì scorso e nella quale si denunciavano alcune disfunzioni del sistema di sostegno pubblico al settore dell’audiovisivo italiano, il produttore di Checco Zalone, Pietro Valsecchi che, grazie ai notevoli risultati economici di Cado dalle nubi ha maturato il diritto a ricevere premi governativi pari quasi a due milioni di euro, ha dichiarato che non sarebbe giusto premiare con risorse pubbliche i film che hanno ottenuto risultati di rilievo al botteghino.
‘Non è corretto questo contributo. Quando un film già ha incassato molto, perché lo Stato dovrebbe dare altre risorse? Questi soldi invece dovrebbero andare ai film che non incassano. Dovrebbe essere il contrario…’ sono queste le parole del produttore.
Le associazioni firmatarie, pur condividendo pienamente tale posizione, sono consapevoli che sia improbabile oggi l’annullamento del meccanismo di premialità, criticato da Valsecchi, e nella trasformazione dei vecchi ristorni in sostegni automatici prevista dalla nuova legge, intendono vigilare sulla sua rispondenza al principio UE dell’eccezione culturale. E’ infatti a rischio d’infrazione la proposta dell’Anica di ribaltare il peso dei criteri artistico-culturali a vantaggio di quello relativo agli incassi. Se da una parte la Direzione Generale Cinema, nella bozza del decreto attuativo, per il calcolo dei sostegni automatici alle imprese attribuisce il 70% del peso ai criteri artistici e il 30% a quelli economici, l’orientamento del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo sembrerebbe andare nella direzione dell’Anica, suggerendo una ripartizione più favorevole al criterio degli incassi. Rispetto alle proiezioni circolate, applicando le tabelle dell’automatico previste dalla bozza del decreto, continuiamo a preferire il 70/30% a favore dei criteri culturali proposto dal Ministro Dario Franceschini ma, per senso di responsabilità verso il settore, siamo disposti anche a una soluzione di compromesso purché non si scenda sotto la soglia del 50%, come avviene peraltro in Francia, ad esempio, in un costante equilibrio tra cultura e intrattenimento. In tal senso, si auspica che la decisione finale del Ministro alla Cultura tenga conto di questa proposta di buon senso. Per quanto riguarda altresì l’insieme delle disposizioni attuative sospese, in considerazione anche del forte ritardo, si propone una rapida soluzione, ispirata comunque al rispetto dell’eccezione culturale, riservandoci di studiare insieme a tutti gli altri interlocutori le modifiche e i miglioramenti necessari laddove i decreti si rivelassero inadeguati o difficilmente applicabili”.
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