Nella squadra olimpica con i simboli del Vaticano, ovviamente di finzione, c’è anche un’atleta vera Chiara Rosa, primatista italiana del lancio del peso che presto vedremo gareggiare nelle sue seconde Olimpiadi, le prossime di Londra. Accanto a lei ci sono anche il wrestler austriaco Christoph Raaber e il decatleta Lucas Lanthaler nell’opera seconda di Raffele Verzillo 100 metri dal paradiso, una produzione della neonata Scripta con Rai Cinema, in uscita l’11 maggio con 01 Distribution in 150 copie.
I tre sono dei religiosi ex sportivi che fanno parte della Nazionale Olimpica della Santa Sede creata, in vista dei Giochi di Londra, da monsignor Angelo (Domenico Fortunato) sostenitore appassionato di una nuova strategia comunicativa della Chiesa, al passo con i tempi. E il suo sogno trova un inaspettato complice in Mario (Jordì Mollà ), un caro amico d’infanzia ed ex centometrista anche lui con un sogno da realizzare: quella medaglia d’oro mancata e a cui può ora aspirare il figlio Tommaso (Lorenzo Richelmy), promettente velocista come il padre. Ma le Olimpiadi di Londra si allontanano quando Tommaso rivela al padre l’intenzione di farsi frate. Per fortuna il sogno di una vita può realizzarsi proprio grazie al progetto un po’ folle di don Angelo: quella piccola ma agguerrita Nazionale Olimpica di atleti del Vaticano dove ci sarà posto anche per il giovane Tommaso. Occorrerà tuttavia, grazie al sostegno del Segretario di Stato (Mariano Rigillo) superare le forti resistenze della parte più tradizionalista della Chiesa impersonata da Ralph Palka.
Dopo l’esordio drammatico di Animanera (2006) e tanta fiction – Incantesimo 9 e 10, Un medico in famiglia 6 e 7 – il regista Verzillo si cimenta per la prima volta con una commedia dai tempi televisivi. “Ho sempre avuto un po’ paura della commedia, un genere difficile che, al contrario di altri, non consente vie di fuga: funziona o non funziona – spiega l’autore – Ho voluto recuperare lo spirito della commedia italiana anni ’50 e puntare a una storia semplice, che fa sorridere”. Non ci sono allora riferimenti alla situazione attuale della Chiesa e dello sport italiano. E come modelli non ci sono stati film sportivi ma “Full Monty di Peter Cattaneo, anche nelle scelte musicali. Protagonista è infatti una piccola armata Brancaleone”.
E il Vaticano come ha accolto il film? Con attenzione e favore conferma don Giulio Della Vite, segretario del cardinale Giovanni Battista Re: “Il Vaticano non può che sorridere, e in modo compiaciuto, di un prodotto visto una volta terminato, un film che parla di momenti di luce della Chiesa, realizzato autonomamente, al quale abbiamo dato solo alcune indicazioni”.
E il regista aggiunge: “Abbiamo lavorato in totale libertà. Ci siamo avvalsi di permessi per le divise e le bandiere, nonché di alcuni consulenti. Una volta scritto il soggetto lo abbiamo fatto leggere al Pontificio Consiglio della Comunicazioni Sociali, che ci ha chiesto solo di porre attenzione a non andare contro la morale della Chiesa”.
Del resto Domenico Fortunato, il don Angelo che ricorda in qualche momento il don Carlo (Verdone) di Io, loro e Lara, dice di essersi ispirato per il suo personaggio, “un uomo gioioso e convinto della bontà delle sue idee”, al libro ‘Benvenuti al ballo della vita’ di don Giulio Della Vite, in particolare a un capitolo fondamentale ‘Essere sacerdote oggi’.
100 metri dal paradiso si è avvalso del supporto dell’Apulia Film Commission nella scelta delle location per le missioni religiose all’estero e di interventi digitali per circa 125 sequenze, rielaborate al computer.
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