Le grandi tv e la sfida dei new media

Il digitale terrestre, internet, la telefonia mobile: sfide sempre più impellenti per il sistema dell’audiovisivo. Se ne è parlato a Roma, in un convegno organizzato dall’Isimm di Enrico Manca, con operatori del settore e studiosi e le conclusioni affidate al ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri. Lo scenario italiano, con 390 canali digitali e 93 servizi di iTV, una pay come Sky, che sta per raggiungere l’obiettivo dei tre milioni di decoder, la presenza di due grandi broadcaster, Rai e Mediaset, e di un terzo polo (La7) potrebbe modificarsi a breve termine per effetto del processo di convergenza e delle normative europee. Forti in questo senso sono i timori espressi da Gina Nieri (Mediaset) e Tullio Camiglieri (Sky) che lamentano la “liberalizzazione dei contenuti a favore dei newcomers, sottratti alle regole di programmazione e chiedono di salvaguardare i modelli di business delle imprese”. Più rassicurante l’analisi del bocconiano Enrico Valdani: “In Italia vale la regola del tre e sarà assai difficile l’ingresso di new players per l’elevato investimento di capitali richiesto”. Claudio Petruccioli, della Commissione di vigilanza, vede nel digitale, a cui ricorrono già enti locali e Regioni, un’occasione per liberalizzare e introdurre maggior concorrenza, mentre stigmatizza che “in un momento di così importante trasformazione normativa ed economica dell’azienda Rai, tutto questo avvenga con un cda monocolore”. Infine il direttore generale Rai, Flavio Cattaneo, mentre spezza una lancia a favore delle coproduzioni con Mediaset per la grande fiction destinata ai mercati internazionali, ritiene che “nel nuovo scenario i contenuti prevarranno”.