Un tempo e ancor oggi esiste... un imponente albero di quercia, invecchiato di 210 anni, divenuto fondamentale e punto di riferimento per un intero microcosmo di piccoli esseri.
In questo luogo, lo scoiattolo accumula le sue provviste, le formiche costruiscono i loro regni e il topolino selvatico trova rifugio dal predatore affamato. Questi, insieme a molti altri, sono i delicati protagonisti di un’avventura vibrante destinata a coinvolgere tutta la famiglia, un’ode emozionante alla vita in cui la natura narra di sé: la sua bellezza, le sfide che affronta e i meravigliosi giorni di sole che sempre seguono i temporali più intensi.
Dal 25 gennaio in sala con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection il documentario La quercia e i suoi abitanti di Lautent Charbonnier e Michel Seydoux, classico film del reale con animali e ambiente protagonisti, come il memorabile La marcia dei pinguini di Luc Jacquet, successo al box office del 2005.
“Oggi non osserviamo più gli esseri viventi senza un fine ambientale – dice il produttore Barthelemy Fougea – senza una consapevolezza ambigua della loro fragilità e della loro incredibile capacità di adattamento. Inoltre, neanche la loro rappresentazione cinematografica lo fa. Parallelamente, negli ultimi anni, la nostra visione della natura si è ampliata fino a comprendere un nuovo universo, quello del mondo vegetale e, più in particolare, quello degli alberi. Come una nuova frontiera, un nuovo paradigma del mondo non umano, siamo diventati consapevoli dell’immensa ricchezza dell’universo di questa grande pianta. Da questa consapevolezza sono nati film documentari sulle piante. Tuttavia, fino a ora, nessuno di essi aveva guardato l’albero attraverso gli occhi dei suoi abitanti. È proprio questo che rende il progetto così singolare e così adatto a una narrazione cinematografica. Possiamo sentire dall’interno le tensioni, le gioie e le relazioni che la Quercia contribuisce a sviluppare. Come produttore di molti film sulla natura, vedo in questo film un’opportunità senza precedenti per immergere gli spettatori nel mondo sensoriale e poetico della regina degli alberi, per far scoprire con la poesia la biodiversità che genera e ospita. Animali grandi e piccoli, insetti, uccelli e mammiferi sono i protagonisti attraverso cui si comprende quanto sia essenziale questo albero che li nutre. È come se guardassimo la quercia in veste di edificio e raccontassimo la vita e le vicissitudini dei suoi inquilini. Pochi film in live action hanno tentato questa sfida di immergersi completamente nel cuore di un albero, senza commento in voice over.”
L’audace decisione di esplorazione basata esclusivamente sui sensi ha richiesto un impegno estremamente accurato. Dal 2017 è stato svolto un vasto lavoro di sviluppo, cercando di coniugare la precisione scientifica con una narrazione coinvolgente, in collaborazione con gli esperti scientifici del Museo Nazionale di Storia Naturale.
Guidati dal consiglio prezioso dell’esperto in fauna, flora e biodiversità, Michel Fessler, insieme a Seydoux e Charbonnier, ci si è sforzati di integrare regia e produzione di finzione con una narrazione naturalistica. La complessità di questa produzione ha richiesto la pianificazione dettagliata di ogni sequenza e la creazione di uno storyboard completo del film. Le riprese vicino all’albero e tutte le diverse fasi della ricerca sono state realizzate nell’arco di un anno e mezzo, in modo da coprire tutti i cicli delle stagioni.
La collaborazione tra le competenze di Camera One, Winds e Gaumont ha permesso di unire le expertise nella produzione cinematografica, nel documentario naturalistico e nella distribuzione internazionale. Infine, guidati dalla volontà di sensibilizzare alla conservazione del nostro patrimonio naturale, abbiamo contribuito a questa sfida secolare stabilendo uno status ecologico. L’obiettivo è stato produrre il film con un approccio eco-sostenibile e creare un kit educativo come parte di un progetto di impatto, in modo che le future generazioni possano agire in difesa del nostro ambiente.
“Considerata la regina degli alberi – dicono i registi – la quercia simboleggia la potenza e la longevità: è l’albero più grande e maestoso delle nostre foreste dell’emisfero settentrionale. Per molti, è sinonimo di speranza nella vita per le generazioni future. Una quercia centenaria e il suo ecosistema sono al centro dell’azione di questo film. Più che un essere vivente vegetale, è un habitat. Qui vivono e collaborano molte specie animali, vegetali, minerali e miceli. “La Quercia” è il luogo in cui la storia di vari personaggi si svolge attraverso le stagioni. In questa monade vegetale, ognuno ha il proprio ruolo. Ognuno ha il proprio spazio all’interno dell’albero: in alto, la ghiandaia, una vera custode, avverte tutti dei pericoli; ai piani bassi, lo scoiattolo è il capo indiscusso dell’albero e nel sottosuolo, i topini hanno rischiato di vedere la loro tana sommersa dalla grandinata di una violenta tempesta estiva. Devono ritrovare tutti i membri della loro famiglia prima di fare le provviste di ghiande per l’inverno.
I balanini della quercia, minuscoli curculionidi, sono stati meno fortunati davanti a queste intemperie. Per la loro grandezza, hanno vissuto il più terribile tsunami che l’umanità abbia mai conosciuto. Altri pericoli minacciano gli abitanti della quercia, in una suspense vertiginosa degna delle storie di Hitchcock. Le risorse vitali dell’albero saranno messe alla prova da ogni tipo di avidità. Lo spettatore diventa testimone delle straordinarie storie che si svolgono dentro e intorno alla quercia. Insieme, la riproduzione deve avere luogo per perpetuare le specie e la biodiversità di questo ecosistema. Risuonerà la sinfonia delle nascite, ma non senza difficoltà.
La quercia offre la vita ai suoi simili, ma dipende da loro perché la sua produzione di ghiande sia prospera. La nascita di un nuovo albero è il risultato di un equilibrio fragile. La vita di una “ghianda particolare” con una “macchia rossa” è proposta come una mise en abîme del ciclo della quercia. Questa ghianda macchiata, una volta caduta dall’albero, marcirà, sarà mangiata dai cinghiali o dispersa dalle ghiandaie? O forse sarà lo scoiattolo a occuparsene… Le storie della “Quercia” illustrano uno spettacolo di selvaggia bellezza, come una lettura tutta nuova dei segreti della nostra biodiversità, da far scoprire, conoscere e diffondere, vista la sua vicinanza e fragilità”.
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