VENEZIA – Speranza e voglia di riscatto si leggevano negli occhi dei quattro ragazzi napoletani dei “quartieri” che nel 1999 Agostino Ferrente e Giovanni Piperno interrogarono per il documentario Intervista a mia madre, che andò su Rai3 con ottimi ascolti. I ragazzi volevano fare il calciatore o il cantante, le ragazze le modelle o le ballerine; oggi Enzo, Fabio, Silvana e Adele, ritratti nuovamente, a distanza di oltre 10 anni, dai due registi, confessano la loro disillusione con un eloquente e lungo silenzio alla fatidica domanda: quali sono le cose belle di Napoli?
Le cose belle è proprio il titolo del documentario che Ferrente e Piperno portano alle Venice Nights delle Giornate degli Autori, riallacciando quel filo interrotto e scoprendo che i quattro ragazzi sono diventati adulti e hanno perso molte speranze. Ma non si sono rassegnati al pessimismo, come dice Piperno: “Le cose belle nonostante tutto resistono, anche se Napoli è l’Italia al cubo, con tutti i suoi problemi. L’85% delle attività di questi ragazzi sono lecite, e mi sembra un buon risultato. Anzi, a Napoli è un miracolo”, dice con un sorriso. Oggi Vincenzo, a 26 anni, è riuscito in parte a realizzare il suo sogno e fa il cantante alla Bersagliera, un noto ristorante partenopeo. Fabio, 25 anni, invece non fa il calciatore, ma lavora in una fabbrica di portafogli dopo aver fatto mille mestieri. Dopo aver fatto la lap dancer per qualche anno “ma – precisa – in modo pulito e senza mai svestirmi, solo per mantenere mia figlia”, Adele oggi fa le pulizie nelle case private e Silvana è passata dall’idea di fare la mannequin alla realtà della casalinga.
I due registi, che per evitare la trappola di uno sguardo “inquinato dal folklore” hanno consultato lo sceneggiatore Maurizio Braucci (che ha firmato, tra gli altri, Gomorra), hanno constatato che oggi, rispetto al 1999, la situazione è peggiorata: “Nel ’99 c’era un rinascimento culturale – dice Ferrente (L’orchestra di Piazza Vittorio) – Bassolino era all’apice della sua popolarità. Oggi sono passati tre sindaci, Saviano ha svelato al mondo la capillarità della camorra e ormai Bassolino fa paura. In tanto vogliono scappare da Napoli. Ma dobbiamo precisare che nel nostro film non c’è ancora la Napoli di De Magistris”. Dopo il passaggio in laguna, Le cose belle potrebbe arrivare sul grande schermo, se è vero, come dicono i registi, che ci sono trattative in corso con Rai Cinema.
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