La ‘Vita spericolata’ di Vasco si fa animazione

L’inedito video del brano del 1983, in occasione dei 40 anni dall’uscita dell’album ‘Bollicine’: tecnica mista animata per la regia di Arturo Bertusi - Chiaroscuro Creative


Bollicine, storico album musicale di Vasco Rossi, compie 40 anni e per l’occasione Carosello Records, sua storica etichetta, ha da poco pubblicato BOLLICINE 40th RPLAY SPECIAL EDITION in 3 rinnovati formati fisici (CD, vinile e box in edizione limitata numerata): dal primo pomeriggio di oggi – 19 dicembre – diffuso anche l’inedito video di Vita spericolata, brano che il rocker di Zocca portò a Sanremo nel 1983, sconvolgendo il perbenismo borghese di quegli anni, che mai ebbe un videoclip prima d’ora.

La storia di come sia nata Vita spericolata è nota. Vasco aveva tra le mani il provino di Tullio Ferro con la musica della canzone ed erano mesi che tentava di scriverci il testo. Fino a quel pomeriggio d’estate del 1982, quando il cantante era a Cagliari per un concerto e si mise a piovere tanto forte che lo spettacolo fu cancellato. Così Vasco si ritrovò in macchina da solo, in un posto sconosciuto, per di più sotto una pioggia battente a ripensare a quel testo che non arrivava e si domandò: “Io cosa voglio?”. La risposta che si diede corrisponde naturalmente al titolo del brano che iniziò a scrivere lì per lì, di getto, mentre fuori infuriava il temporale.

Proprio da questa storia trae ispirazione il video di animazione prodotto da Chiaroscuro Creative, come racconta il regista Arturo Bertusi: “Il concept del video ha a che fare con l’interpretazione sbagliata della canzone all’epoca in cui uscì: inizialmente era stata letta dai benpensanti di allora come un inno all’autodistruzione e allo sballo. E invece il vero senso di questo brano è un invito alla vita, a vivere liberamente e pienamente, emancipandosi dalle convenzioni, dalle sovrastrutture che portano a un’esistenza piatta. Per farlo è inevitabile correre dei rischi”.

Così, in uno di questi microracconti, il robot del crash test decide di ribellarsi e fuggire verso la libertà, invece che schiantarsi passivamente contro una parete come vorrebbe il suo destino. Il messaggio è un’esortazione a prendere in mano la propria esistenza: “La canzone coglie perfettamente lo spirito di quei primi Ottanta. Dopo gli Anni di Piombo, cominciavano a cadere molti degli ideali figli del ’68 e c’era una grande voglia di riscatto, di sognare, di avere un futuro luminoso davanti” continua il regista.

Bertusi ha scritto il soggetto con Veronica Raimo, la sceneggiatura con Valentina Gazzoni e Tommaso Arosio. Anche il video di animazione è nato dal lavoro congiunto di più mani – un team internazionale di artisti tra Modena (Delumen), Milano (Matteo Manzini) e il Canada – e vede la commistione di diverse tecniche, dal 2D, al 3D, alla scansione a 360° del viso e del corpo di Vasco per trasformarlo in cartoon.

Nel video compare il Roxy Bar di Bologna, che non c’entra nulla con quello di Vita spericolata, in cui si cita la canzone di Fred Buscaglione, ma che comunque è entrato a far parte dei miti che ruotano attorno al cantante; c’è anche un omaggio a un’autentica “spericolata” del passato: Amelia Earhart, la prima donna ad attraversare gli oceani da sola alla guida di un velivolo, tra gli Anni ‘20 e ‘30 del Novecento. Alla fine del video, da un immaginario “ascensore temporale” in cui tutti i personaggi si ritrovano nel presente, vediamo uscire, insieme a loro, il Vasco di oggi, 40 anni dopo quel giorno di pioggia, pronto a salire sul palco.

redazione
19 Dicembre 2023

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