Esce il 23 aprile con M2 Le Frise Ignoranti, road-movie girato tra Puglia e Basilicata che utilizza una linea classica da commedia all’italiana, mista a toni di un’avventura picaresca. Luca è pugliese, ha trent’anni e un lavoro che non lo appassiona. E’ sposato con Caterina, bellissima ma assillante. Suo padre Mimmo è più scapestrato e inaffidabile di un ragazzino. Con queste premesse, Luca vive in un eterno limbo fatto di tante rinunce e poca vivacità. Per fortuna può contare sui suoi amici, con cui suona nella sgangherata band de Le Frise Ignoranti: Franchino, casinista fino al midollo ma generosissimo; Nicola, con tante idee ma sempre senza un euro; Willy, perennemente rilassato in un suo fumatissimo epicureismo. Grazie alla loro compagnia, Luca riesce a superare i continui momenti di crisi coniugale. Ma durante la loro tournee, Luca è raggiunto dalla terribile notizia che suo padre Mimmo ha un tumore all’ultimo stadio ed è sparito nel nulla. Luca, Franchino, Nicola e Willy decidono così di partire alla ricerca di Mimmo, percorrendo in lungo e in largo la Puglia e la Basilicata per avere indizi dalle persone che ultimamente lui frequentava.
Il film è anche e soprattutto un atto d’amore verso tutto il Sud, in una visione insolita per il cinema italiano che troppo spesso si concentra sul narrarne soltanto i difetti, le ombre e gli atavici malesseri. I due registi Antonello De Leo e Pietro Loprieno rendono un’immagine del meridione, lontana dal degrado ambientale e dalla criminalità organizzata, e ricco di tradizioni, sapori e panorami, che non fanno solo da sfondo alle avventure di Luca ed i suoi amici, ma ne diventano parte integrante. Le Frise Ignoranti è un film caldo ed emotivo, in cui l’idea classica e lirica del viaggio si armonizza con un non-sense divertente e scanzonato, che mantiene sempre un’ironia tipicamente pugliese.
Nel cast, tra gli altri, Nicola Nocella, William Volpicella, Giorgio Gallo, Davide Donatiello e Rosanna Banfi, figlia di Lino che si presta a un’amichevole partecipazione. E poi Eva Riccobono, Francesco Pannofino e Dario Bandiera. “Ho accettato di fare il film per la mia ‘pugliesità’ – dice Banfi -. Sorrentino ha vinto l’Oscar con La grande bellezza, ma la mia vera ‘grande bellezza’ è la Puglia, che diventa sempre più bella”. “I tempi comici in questo film sono pazzeschi”, afferma Bandiera. “Il momento malinconico/romantico del film lo rappresento io – spiega Pannofino – e ne sono orgoglioso perché una commedia per essere bella deve avere il suo retrogusto”. “La scelta dei colori del film è da fumetto”, osserva Rosanna Banfi in chiusura.
“Volevamo fare un film di puro intrattenimento – dicono i registi – e volutamente citazionista con dentro una cosa reale: la morte attesa di qualcuno. La scelta di mettere in scena i neo-borbonici l’abbiamo fatta cercando non una comicità sopra le righe, politicamente scorretta. E’ un film che cita il cinema, come s’intuisce dal titolo che parafrasa una bellissima opera di Ferzan Ozpetek, e ha da un lato un sapore di commedia all’italiana classica, i toni dolceamari di un’avventura picaresca alla Risi o alla Scola. Dall’altro punge con un umorismo caro a John Landis e al primo Woody Allen”.
Il film di Natale con protagonista femminile Isabella Ferrari, e i due ruoli esilaranti di Paolo Calabresi e Marco Marzocca: una storia diretta da Eros Puglielli, che ha tenuto come riferimento anche la Commedia all’italiana; dal 23 dicembre al cinema con Medusa
30 anni dopo, era infatti il 1994 quando usciva la storia di Forrest e Jenny, Robert Zemeckis riunisce la coppia di attori, scegliendo un’unità di luogo, un’architettura fisica ed emotiva, quale specchio dell’esistenza; sorprendente il de-aging dei protagonisti
Il film diretto da Barry Jenkins racconta la storia di come il cucciolo di leone, non di sangue reale e poi orfano, sia diventato Mufasa: Il Re Leone. Per il doppiaggio, anche Elodie. Prodotto con tecniche live-action e immagini fotorealistiche generate al computer, il titolo esce al cinema dal 19 dicembre
Dove osano le cicogne, regia di Fausto Brizzi, nasce da un soggetto del comico: nel nome della tradizione della Commedia all’italiana, lo spunto è quello della maternità surrogata, per raccontare un più ampio concetto di “famiglia” possibile; in sala dal 1 gennaio 2025