La Turchia schiacciata tra passato e futuro

Alle Giornate degli Autori il film d'esordio di Deniz Akçay, storia di una famiglia disfunzionale


“In Turchia le generazioni precedenti alla mia hanno un atteggiamento conservatore e tradizionalista, mentre le nuove, i più giovani, aspirano a una maggiore libertà, hanno una mente più aperta. Ma si trovano incastrati da un passato schiacciante e un futuro che ancora non arriva”. A parlare è la 32enne Deniz Akçay, che ha portato il suo già pluripremiato esordio alla regia Nobody’s Home alle Giornate degli Autori. È la storia di una famiglia disfunzionale che diventa facilmente metafora di un Paese intero, quella raccontata nel film che ha ottenuto due riconoscimenti al Festival di Istanbul prima di sbarcare al Lido.

Una famiglia in cui, quando viene a mancare la figura paterna, si rompono tutti gli equilibri e si crea una frammentazione di solitudini e spaesamenti. Quattro persone “orfane”, in cerca di nuovi punti di riferimento e nuovi ruoli, che affrontano i loro drammi personali e contemporaneamente cercano un senso di appartenenza. “Quella raccontata in Nobody’s Home non è la mia famiglia – spiega la regista – eppure mi è familiare. Anche perché, seppure per il mio esordio nel film di finzione non pretendessi di raccontare una macro-storia, è abbastanza naturale pensare al fatto che la Turchia è un paese in cui si ha sempre bisogno di una figura paterna”. Per il ruolo della vedova, la giovane regista ha scelto Lale Başar, attrice notissima in patria: “Non la conoscevo di persona e quando l’ho incontrata dopo aver fatto già tantissimi provini, ho subito visto qualcosa nei suoi occhi, una sorta di instabilità e di disagio che mi hanno convinto”. E curiosamente, per il personaggio del problematico figlio maschio adolescente, dopo una ricerca altrettanto difficile, Deniz Akçay ha puntato sul figlio, Savaş Alp Başar.

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29 Agosto 2013

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